giovedì 15 novembre 2012

Il bjj sportivo tra spettacolo e corruzione



Dopo la sconfitta subita da JT Torres nella finale non gi contro Tanquinho, Lloyd Irving ha duramente polemizzato con quella che definisce una cricca di corrotti all'interno della IBJJF. Dichiara che è ormai giunto il momento di fare pulizia all'interno della IBJJF e di voltare pagina affinché in futuro il Bjj possa vedere incontri arbitrati, non da ufficiali di gara  appartenenti al team o alla nazione di uno dei due lottatori, ma da arbitri imparziali così come succede negli altri sport di livello mondiale. Il Brazilian Jiu Jitsu targato IBJJF entra nella bufera per queste pesanti accuse di corruzione e di arbitraggi dubbi al suo interno. E' impensabile che  in una finale la terna arbitrale sia per 2/3 della stessa nazione di uno dei due contendenti. Eppure tutto questo accade negli eventi più prestigiosi del Bjj.


La reazione del manager Lloyd Irving a quello che lui considera un furto non si è fatta attendere,  annunciando di voler organizzare un evento, chiamato "The Realisty Show", che dovrebbe vedere il suo pupillo Kennan Kornelius affrontare, in un torneo Sub Only, le migliori cinture marroni di tutto il mondo con in palio premi in denaro. Tutti saranno invitati nel suo quartier generale ad allenarsi e poi a combattere.

Tra le cinture marrone invitate c'è anche il nostro Luca Anacoreta, e a fargli compagnia molti astri emergenti del jiu jitsu sportivo provenienti da tutto il mondo come Manny Diaz, Garry Tonon, Thomas Oyarzún, Daniel Strauss, Victor Silvério, Jarod Ray Lawton, Sean Roberts, Darragh O'Conaill, Kit Dale, Thomas Beach e altri.

Mossa molto astuta quella di Lloyd Irving: organizzare un Reality, invitare le migliori promesse del Bjj mondiale e dar loro una vetrina per farsi conoscere, ma soprattutto avere magari l'occasione di ingaggiare nel suo team  nuovi talenti. L'obiettivo è chiaro: creare il più forte team al mondo, il primo a stelle e strisce. Lloyd è sulla buona strada. Ha ottimi atleti, un’invidiata capacità di marketing, condita da doti da imbonitore, e sa il fatto suo.

Lloyd ci tiene a precisare di fare tutto questo per dare la possibilità ad altri ragazzi di farsi conoscere, un trampolino di lancio per il gota del bjj mondiale. Lodevole iniziativa la sua, ma stentiamo a credere che lo faccia solo per buon cuore. Lloyd in veste filantropica ci mancava!

Il format reality è sicuramente il modo migliore per fare un simile show. Non ci scandalizza il modo scelto da Lloyd né l'eccessivo protagonismo dei suoi atleti e del divismo cui rischiano di andare incontro i vari campioni in erba. Questo è lo sport nell'era del Big Brother.

Facciamo un grande in bocca al lupo a Luca, definito da Irving “submission machine”. Finalizzali tutti!

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