Inizio subito col dire quello che mi è piaciuto dell'ultima edizione dell'UFC così poi ho tutto il tempo di raccontarvi quello che non ho digerito. Ho apprezzato il grappling di Rani Yahya e le finalizzazioni di Moraes e Ferreira, veramente spettacolari!
Passiamo alle dolenti note! Molti incontri, compreso il Co-Main event sono stati piuttosto noiosi. Il verdetto che ha sfavorito Machida vogliamo chiamarlo un furto! I dietrologi dicono che l'UFC non aveva interesse ad una nuova sfida Jones, Machida quindi il verdetto sarebbe stato pettinato.
Vedere lo Zombi Coreano che cerca di ricollocarsi la spalla mentre Aldo infierisce e l'arbitro si fa i fatti suoi non è un bello spettacolo! Non è un UFC che si rispetti senza l'incontro sanguinoso. In quest' edizione è toccato a Leites e Watson scivolare nel loro sangue. Continuo a chiedermi perché l'arbitro non interrompa l'incontro per far controllare il taglio e far pulire gli atleti. Sarà per ragioni di copione?
L'episodio che più faccio fatica a digerire è quello legato al KO di Magalhaes. «Vile, tu uccidi un uomo morto!», queste le parole che la tradizione vuole pronunciate, prima di morire, dal capitano Francesco Ferrucci vilmente ucciso dal condottiero di ventura Fabrizio Maramaldo.
Se c'è una cosa che delle MMA non mi piace è la mancanza di cavalleria ogni volta che un atleta, per un colpo ben assestato, finisce a terra è viene ripetutamente colpito al volto dal suo avversario. E' proprio necessario? Mi ricorda una scena del film "I ragazzi del Reich" in cui al giovane pugile vien chiesto di finire il suo avversario inerme e lui prima indugia e poi lo colpisce. Nella scena successiva l'amico gli rivolge la stessa domanda: "Era necessario?".
Se l'arbitro non intervenisse il vincitore quando smetterebbe di colpire la testa del suo avversario semicosciente? A volte ho come l'impressione che la presenza dell'arbitro, invece di diminuire, aumenti l'aggressività dei Fighters. Visto che sta alla decisione dell'arbitro decretare la fine dell'incontro questo è come se liberasse gli atleti da qualsiasi responsabilità.
Yamasahi, l'arbitro dell'incontro, sembra avere un attimo di indecisione, quell'attimo vale 5 colpi alla testa di Magalhaes! La sua prima idea, quella di intervenire a decretare la fine del match, era quella giusta, Vinny era incapace di continuare perché il pugno che lo ha colpito d'incontro lo aveva già "addormentato" e il suo tentativo di chiamare guardia solo un riflesso condizionato. Cosa avrà fatto cambiare idea a Yamasaki? Forse il timore di critiche per aver interrotto troppo presto un match e aver privato il pubblico dello spettacolo, o aver voluto dare a Magalhaes il tempo per reagire? Sta di fatto che vedere un atleta inerme a terra colpito senza tregua non è un bello spettacolo. Non so se sia giusto permettere all'atleta di recuperare come nella boxe, contarlo, dare dei punti, decretare il KOT, o per regolamento impedire di infierire con colpi e consentire solo la lotta, ma sta di fatto che questi traumi, su un avversario messo KO, sono la cosa meno sportiva mai vista e se infastidiscono me, che è una vita che faccio arti marziali, immagino quale effetto possano provocare su chi si avvicina a questi sport come spettatore o come genitore, indeciso se far praticare o meno questa disciplina al proprio figlio.
Vedere lo Zombi Coreano che cerca di ricollocarsi la spalla mentre Aldo infierisce e l'arbitro si fa i fatti suoi non è un bello spettacolo! Non è un UFC che si rispetti senza l'incontro sanguinoso. In quest' edizione è toccato a Leites e Watson scivolare nel loro sangue. Continuo a chiedermi perché l'arbitro non interrompa l'incontro per far controllare il taglio e far pulire gli atleti. Sarà per ragioni di copione?
L'episodio che più faccio fatica a digerire è quello legato al KO di Magalhaes. «Vile, tu uccidi un uomo morto!», queste le parole che la tradizione vuole pronunciate, prima di morire, dal capitano Francesco Ferrucci vilmente ucciso dal condottiero di ventura Fabrizio Maramaldo.
Se c'è una cosa che delle MMA non mi piace è la mancanza di cavalleria ogni volta che un atleta, per un colpo ben assestato, finisce a terra è viene ripetutamente colpito al volto dal suo avversario. E' proprio necessario? Mi ricorda una scena del film "I ragazzi del Reich" in cui al giovane pugile vien chiesto di finire il suo avversario inerme e lui prima indugia e poi lo colpisce. Nella scena successiva l'amico gli rivolge la stessa domanda: "Era necessario?".
Se l'arbitro non intervenisse il vincitore quando smetterebbe di colpire la testa del suo avversario semicosciente? A volte ho come l'impressione che la presenza dell'arbitro, invece di diminuire, aumenti l'aggressività dei Fighters. Visto che sta alla decisione dell'arbitro decretare la fine dell'incontro questo è come se liberasse gli atleti da qualsiasi responsabilità.
Yamasahi, l'arbitro dell'incontro, sembra avere un attimo di indecisione, quell'attimo vale 5 colpi alla testa di Magalhaes! La sua prima idea, quella di intervenire a decretare la fine del match, era quella giusta, Vinny era incapace di continuare perché il pugno che lo ha colpito d'incontro lo aveva già "addormentato" e il suo tentativo di chiamare guardia solo un riflesso condizionato. Cosa avrà fatto cambiare idea a Yamasaki? Forse il timore di critiche per aver interrotto troppo presto un match e aver privato il pubblico dello spettacolo, o aver voluto dare a Magalhaes il tempo per reagire? Sta di fatto che vedere un atleta inerme a terra colpito senza tregua non è un bello spettacolo. Non so se sia giusto permettere all'atleta di recuperare come nella boxe, contarlo, dare dei punti, decretare il KOT, o per regolamento impedire di infierire con colpi e consentire solo la lotta, ma sta di fatto che questi traumi, su un avversario messo KO, sono la cosa meno sportiva mai vista e se infastidiscono me, che è una vita che faccio arti marziali, immagino quale effetto possano provocare su chi si avvicina a questi sport come spettatore o come genitore, indeciso se far praticare o meno questa disciplina al proprio figlio.
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