martedì 28 gennaio 2014

Intervista a Simone "Grigno" Franceschini


Simone Franceschini appena rientrato da Lisbona è stato così gentile da rilasciarmi quest' intervista a caldo dopo il suo podio. Innanzi tutto grazie per aver accettato la mia intervista e complimenti di nuovo per il risultato.
 
Grazie a te

Te l'aspettavi questo risultato?

Sapevo che prima o poi avrei fatto podio, ma non pensavo succedesse quest'anno.

Ci vuoi dire come ti sei preparato e quali sono stati i fattori principali che ti hanno permesso di salire sul podio insieme ad atleti come Myao e Mendes?

Non ci sono segreti. Tanto jiu jitsu tutti i giorni. Io riesco ad allenarmi per lunghe sessioni semplicemente perché mi diverte e non mi pesa ma se mi si chiede di integrare con la preparazione allora la mia resistenza crolla e compromette anche il mio allenamento sul tatami, quindi ho deciso di fare solo quello che mi diverte, tanto jiu jitsu.

Molti sono convinti che per eccellere in questo spot occorra un team competitivo a livello internazionale o sparring partner di altissimo livello, la tua performance, come quella di Luca, sono forse la dimostrazione che piccolo è bello?

No, sono la dimostrazione che il duro lavoro paga. Io non ho mai creduto che il team forte fosse fondamentale per raggiungere traguardi importanti, ho sempre pensato che dovesse venire dal singolo, da quanto si è disposti a sacrificare e lottare per trasformare l'idea o il sogno che ci aveva folgorati in realtà.

La tua prestazione da speranza a molti atleti che vivono con il complesso di inferiorità e reverenza verso i grandi campioni e partano in partenza sconfitti, ancor prima che dal valore del loro avversario, dal loro nome. Come hai superato questo ostacolo spesso più psicologico che reale?

Perché mi conosco, conosco i miei limiti e le mie capacità, so perfettamente di essere distante anni luce da quei tre o quattro Top ma allo stesso tempo so di non essere inferiore ad altri atleti che hanno in più rispetto a me la visibilità e un bel marketing dietro.

Ci vuoi raccontare i tuoi match, l'adrenalina e l'emozione di trovarti di fronte nomi così famosi per la prima volta in una competizione internazionale nelle cinture nere?


Ero emozionato come qualunque atleta che partecipa all'europeo, la presenza di nomi importanti non mi ha messo sotto pressione anzi speravo proprio di lottarci, c'è solo da guadagnare in esperienza. Ho lottato alla prima con Julien Gaillard un atleta francese che conoscevo, lo avevo già battuto una volta. Ho vinto per squalifica dopo un batti e stacca, non so cosa gli sia passato per la testa, forse lo stress, perché un'azione del genere da parte di un atleta con quell'esperienza mi è sembrata assurda. Alla seconda lotta ho vinto 4a2 con Samir Chantre atleta di Caio Terra. Lo avevo studiato sapevo che se andava in difficoltà si chiudeva in 50/50 e ho aspettato, sono riuscito ad uscire e a portare in aranha e ribaltarlo per poi farmi portare in 50/50 e bloccarlo per l'ultimo minuto. In semifinale ho perso con Paulo Miyao, mi ha preso la schiena e strangolato dopo 4 minuti. Ho deciso di lottarci aperto e non di chiudermi per magari resistere qualche minuto in più, sono uscito due volte dal berimbolo e la terza volta mi ha preso. La cosa che mi ha divertito è stato lo sguardo interrogativo di Rafael Mendes verso di me prima della semifinale. Io ero in fila dietro Paulo Miyao per andare al tatami e disputare la semifinale, nello stesso tempo Mendes tornava indietro dopo aver battuto Grippo e mentre ci siamo incrociati mi ha guardato perplesso come a dire " che ci fa sto tizio qua? "...ah e poi sono stato l'unico a cui hanno chiesto il documento al podio..

Quali sono gli atleti che più ti hanno impressionato quest'anno?

Alexander Trans.

Come hai trovato l'organizzazione di questa edizione e in particolare gli arbitraggi?

Credo che ci siano troppi partecipanti, bisognerebbe fare delle selettive, non si possono avere 150 persone in categoria altrimenti diventa una gara di resistenza, ma alla federazione del partecipante gli interessa meno di niente, puntano solo ai guadagni, come se non guadagnassero già abbastanza. Vanno sopra a tutto anche alla salute degli atleti per incassare il più possibile. Per assurdo l'unica cosa che non tollero nel mondo del jiu jitsu è proprio la federazione stessa. Partecipo perché hanno il monopolio, ma il modo che ho di intendere il jiu jitsu non si accosta per niente a questa SRL e una volta raggiunti altri traguardi che ho in mente me ne voglio allontanare il più possibile.

Sappiamo che sei un'amante della montagna, quindi vorrei sapere cosa ti affascina di questo mondo e se trovi dei punti in comune con la pratica del jiu-jitsu e già che ci siamo, se non hai visitato le apuane, sei ufficialmente invitato a farci visita per ammirarle in tutta la loro selvatica bellezza e scalarle come ti piace fare.

Grazie per avermi fatto questa domanda, molte persone, anche vicine a me, pensano che le cose non si possano accostare sopratutto se si pratica uno sport ad alto livello ma per me jiu jitsu e alpinismo sono la stessa cosa, sono un mezzo per conoscere me stesso e i miei limiti e non un fine, il lato sportivo di entrambe mi interessa poco, certo vincere una gara importante e salire una via dura in montagna rendendoti agli occhi altrui "migliore" fa sempre piacere ma una volta finita la festa a me piace ricordare l'esperienza vissuta e non la medaglia o il grado di difficoltà, ecco cosa amo, lottare e andare in montagna mi permettono di fare esperienze e di costruirmi. Un invito del genere non posso che accettarlo!

Simone nel salutarti ti faccio l'ultima domanda:quali saranno i tuoi prossimi appuntamenti agonistici?


Prima l'open di Monaco e poi Abu Dhabi Pro. Saluti a te Max e a tutti i lettori del Blog.

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