mercoledì 11 luglio 2018

Serve imparare i disarmi nel BJJ?




Per chiarirmi un po' le idee sul discorso disarmi ho fatto una chiacchierata con Salvatore Ferrante cintura di nera di Batatinha e appartenente alle Forze dell'Ordine.


Max - Imparare tecniche di disarmo è una perdita di tempo, e  se vuoi imparare a disarmare qualcuno ti devi rivolgere ad altri sistemi migliori del BJJ. Nella comunità del BJJ in tanti la pensano in questo modo ma le armi non sono tutte uguali,  le armi da taglio e quelle da fuoco richiedono due approcci diversi.Salvatore tu cosa ne pensi?

Salvatore -  Per quanto riguarda i disarmi, ti dico come mi rapporto io in palestra in funzione delle reali situazioni operative, affrontate sia in prima persona che accadute a colleghi del mio stesso ufficio. Bisogna fare naturalmente due distinzioni obbligate: le armi da taglio e/o oggetti contundenti e le armi da fuoco;

Per le armi da taglio, quello su cui bisogna addestrarsi e la distanza prossemica, ovvero bisogna lavorare al fine di individuare tre aree d’intervento , lunga, media e corta distanza . Una volta metabolizzate le giuste distanze ci si addestra sul come intervenire in funzione all’aggressore.

Distanza lunga, aggressore a più di due metri, posso scegliere la fuga(naturalmente in ambito civile) , oppure mi preparo allo scontro che, deve avere come obiettivo primario lo striking di gambe, più nel dettaglio calci frontali, basso ventre, addome o se allenati petto e viso, e poi a seguire disattivare la “centralina” ovvero la testa, come? Colpendo in aree specifiche del viso o del capo, altri approcci non sono funzionali.

Distanza media, tra il metro e mezzo e il metro dall’aggressore, è qui che devo agire, non posso rischiare di trovarmi l’aggressore nella distanza corta.

Nel momento in cui l’aggressore riesce ad entrare nella distanza corta quindi a meno di un metro, lì non ci sono addestramenti che tengono, l’aggressore armato di coltello 9 volte su 10 riesce a tagliarti, su cosa bisogna lavorare? a questa distanza, anche il migliore marzialista o combattente troverà parecchia difficoltà ad essere efficace, un esagitato armato di coltello o similari ha come unico obiettivo quello di spansarti, bisogna quindi tentare di bloccare le braccia e portare l’aggressore a terra , come vedi non ti parlo di disarmo, proprio perché nella distanza corta non esistono disarmi funzionali ma solo ipotetici che il più delle volte inducono il praticante a sentirsi protetto, invece poi in situazioni reali, quelle sicurezze diventano mortali, proprio perché ipotetiche.

Una volta a terra e solo a terra se l’aggressore è schienato, lavoro a bloccare prima e a disarmare poi, con leve articolari sul poso e sul gomito. Se l’aggressore si trova pancia a terra, lavoro su tecniche di soffocamento da dietro. Se cade di lato, lavorerò affinché lo stesso vada pancia a terra, posizione naturalmente più sicura.

Per quanto riguarda le tecniche di disarmo per le armi da fuoco la distanza prossemica non serve a niente, poiché un’eventuale minaccia avviene nella corta distanza, non voglio insinuare che addestrarsi su tecniche di disarmo da arma da fuoco siano tempo perso, ma stiamo lì. Partiamo dal presupposto che se ti puntano una pistola a distanza lunga, puoi solo iniziare a piangere , se poi l’aggressore ti si avvicina e ti punta la pistola addosso, frontale, di lato o dietro, le possibilità di riuscita con una qualsivoglia tecnica di difesa, stanno allo zero virgola. Il grilletto di una pistola, con il cane armato è talmente sensibile che c’è ben poco da fare.


Max - Se la mia vita, o la vita di altre persone, fosse in serio pericolo credo che proverei a disarmare l'aggressore come fecero quei ragazzi americani, uno dei quali era cintura blu di Brazilian jiu Jitsu, che diarmarono un terrorista armato sul treno in
Francia.

Salvatore - Naturalmente, consapevole di rischiare di morire, ti giochi il tutto per tutto e in estrema ratio, se proprio sei un fulmine in termine di esecuzione e spostamenti puoi pure tentare l’esecuzione tecnica. Ma nel 99,9% dei casi la schioppettata la prendi.


Max - Mike Jhonson, cintura nera di BJJ sotto Pedro Sauer, ed ex agente di polizia ha scritto che se ti trovassi in una situazione di vita o di morte avresti bisogno di alcune opzioni e se ritieni che sia stupido dare agli allievi la possibilità di sopravvivere insegnando loro disarmi di pistola e coltello, rispetto la tua opinione, ma sono rispettosamente in disaccordo. Ho bisogno di alcune tecniche utili disponibili se mai mi trovassi in una situazione del genere per migliorare le mie possibilità di sopravvivenza." Tu insegni i disarmi nella tua accademia?

Salvatore -  No, non approccio questo tipo di difese in palestra, bensì enfatizzo molto lo striking sulla media distanza, il ground and pound a terra e il combattimento del BJJ. Per qualsiasi approccio di difesa personale che sia contro un aggressore, armato o a mani nude, se corpo e mente non sono efficienti, non funzionerà niente, in caso di aggressione reale sarà solo buio pesto. Solo praticando BJJ, e facendo sparring in modo continuativo, si potrà diventare efficienti, solo combattendo nel BJJ si affinerà la capacità di lavorare sotto stress e fuori dalla zona confort.

 Max - Penso che molti siano contrari ai disarmi perché li associano a certe arti marziali e sistemi di difesa personale distanti mille miglia dal Jiu Jitsu Brasiliano.  Anche io sono convinto che insegnare disarmi a persone che non hanno mai fatto un vero sparring sia una perdita di tempo, ma allo stesso tempo credo che   già il Jiu-Jitsu sportivo e il grappling possano bastare in simili situazioni,  come scrissi un po' di tempo fa: "L'abitudine a lavorare sulle prese, sia sui polsi sia sull'intero corpo, con e senza il kimono con un avversario non cooperativo permette, in casi estremi, di saper controllare, parare o deviare anche un braccio che impugna un’arma sia essa da fuoco sia da taglio."

Salvatore - Le pappardelle dei vari “commandi” provenienti dai  più disparati eserciti del pianeta, i vari corsi antiaggressione, antistupro, antibullismo, anti bomba a mano, difesa urbana , extraurbana e a strade a scorrimento veloce, sono esclusivamente  commercio e fantasia. Studiare determinate tecniche, in situazioni di confort, con aggressore compiacente e collaborativo, con armi finte, senza peraltro lavorare sull’efficienza fisica e mentale è solo abusare della credulità popolare. In poche parole sono solo TRUFFE COMMERCIALI.

Max - Non penso ci siano sistemi migliori del BJJ e Grappling perché nel corpo a corpo, lotta delle prese, capacità di reazione sotto stress e in situazioni dinamiche il BJJ e il grappling non hanno eguali. Tu raccomanderesti un corso di difesa personale agli operatori di Polizia?

Salvatore - No, consiglio vivamente agli appartenenti delle forze di Polizia a praticare il BJJ, li invito formalmente a lasciar perdere fantomatici corsi a tempo, offerti dal “privato” del tipo: “self defence per operatori di Polizia” , corso riservati alle forze dell’ordine, utilizzo del tonfa per le FF.PP. , utilizzo del manganello per operatori di Polizia, utilizzo dello spray per addetti ai servizi di Polizia, ecc ecc”, ecco qui rasentiamo il ridicolo, la maggior parte di questi pseudo corsi sono offerti da simpatici burloni che, non hanno neanche fatto il servizio militare e in qualche occasione sono pure obiettori di coscienza. Se non sai neanche cosa sia una divisa,  non riesco a contemplare come, chicchessia possa insegnare specifiche tecniche o procedure a chi invece una divisa la indossa.

Cosi come non riesco a capire perché chi la divisa la indossa e soprattutto la indossa in servizi operativi di controllo del territorio, quali la volante o la radio mobile, non sente la necessità di addestrarsi nel corpo a corpo. Saper utilizzare l’arma di ordinanza è importante, ma sapersi difendere a mani nude in contesti operativi è fondamentale. Su 100 interventi a rischio, 99 volte si finisce in colluttazione e una volta su 100 si deve ricorrere all’utilizzo delle armi in dotazione. I numeri parlano chiaro.


Salvatore Ferrante - Batatinha team Roma


3 commenti:

  1. Non penso ci siano sistemi migliori del BJJ e Grappling perché nel corpo a corpo, lotta delle prese, capacità di reazione sotto stress e in situazioni dinamiche il BJJ e il grappling non hanno eguali.

    E PERCHè LO INSEGNO IO QUINDI ISCRIVETEVI ALLA MIA PALESTRA A SOLI 9 EURI E 99

    AHAHHAHAHAHAHAHAHHAHAHAHAHAHA


    ok battute a parte sono un sostenitore del bjj e in genere degli sport lottatori da sempre ma perchè adesso bisogna mettersi a parlare di disarmi? giuro che non ne capisco l'utilità.
    Per 5 anni ho frequentato i posti più lerci in campania e non mi è mai accaduto nulla, possibile che viviate tutti nelle favelas?
    e poi questi assalitori così babbei che si fanno sempre disarmare... e dai su, partiamo dal presupposto che un criminale che usa l'arma da fuoco spara e basta.
    e partiamo dal presupposto che un criminale armato di coltello lo sappia usare. a mio parere la difesa personale è al 90% gestione dello stress, capacità di reazione e soprattutto CULO.
    Giuro non capisco perchè addentrarsi in certi ambiti

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    1. Il fatto che tu non ti sia mai trovato di fronte ad una situazione del genere non è un buon motivo per liquidare la faccenda dicendo che non se ne sente il bisogno. In questo articolo si è affrotata la questione da un certo angolo visuale. Ogni argomento può essere discusso non si capisce perché quello dei disarmi o della difesa personale armata dovrebbe essere trascurato.

      Sfatiamo un altro mito: non è sempre vero che chi ha un coltello lo sappia usare o che sia un criminale ma resta comunque una minaccia.

      Sebbene le statistiche ci dicano che tra le cause di morte nella popolazione quelle causate da armi da fuoco e da taglio non siano in cima alla lista è anche vero che
      sono già diversi anni che i giovani hanno l'abitudione di girare coi coltelli in tasca, diversi casi di cronaca lo testimoniano e che l'argomento può interessare chi, per il lavoro che fa è ha rischio, come gli agenti delle forze dell'ordine.

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  2. Io vengo da un quartiere molto simile alle favelas dislocato al nord di Napoli fronte carcere e posso asserire che di situazioni critiche ne ho viste tante e tante sono state compiute sotto gli occhi di passanti inermi.
    Da oltre 10 anni i miei 3 figli frequentano corsi marziali passando dal taekwondo (Dove hanno conseguito la cintura nera) alla KickBoxing dove per oltre 5 anni si sono cimentati maestri o pseudo tali.
    Da circa un anno e per un caso meramente fortuito i miei ragazzi hanno approcciato alla disciplina del BJJ e considerarlo disciplina è veramente riduttivo .
    (...) Solo un praticante marziale potrà asserire con certezza che la propria disciplina raffrontata al BJJ è praticamente "nulla" e inviterei lettori, curiosi o semplicemente tutti i non concordi ad iscriversi ad uno dei tanti open matt che sistematicamente vengono indetti dalla batatinha team roma e confrontare la propria preparazione con il BJJ .
    Smettiamola di dissentire per partito preso, per una volta mettiamoci in gioco con lo stesso spirito di coerenza con il quale ci vantiamo di commentare

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