mercoledì 20 febbraio 2019

La natura settaria delle arti marziali

Tempo fa Mario Puccioni scriveva: "Ho dedicato molti anni alle arti pseudomarziali da giovane [...] mi resi conto della natura settaria e perniciosa su cui si fondano queste conventicole, simili a gruppi carismatici di ordine religioso anche nei metodi di indottrinamento e repressione ideologica del dissenso.

Una volta risucchiato nel vortice, il neofita finisce in una ragnatela di sottili condizionamenti, tali e tanti che alla fine si sente perso al pensiero di abbandonare l'organizzazione, la quale ha tutto un amabaradàn di clamorose iniziative nei confronti dei fuorisciti -insultati e ghettizzati- che tengono in riga gli eretici potenziali."

Siamo sicuri che queste dinamiche siano una prerogativa solo delle "
arti pseudomarziali"? Un pò di tempo fa  Simone Franceschini scriveva un post dal titolo: 
                    

"Il Jiu Jitsu è un arte marziale affascinante, uno sport complesso, una forma di difesa personale valida ed anche un' allenamento fisico efficace. Si è tutto questo ma anche un incubatrice di fenomeni umani decisamente interessanti.

Fondamentalmente un'accademia di Jiu Jitsu è una piccola società oligarchica dove a capo viene posto il maestro e tramite un sistema di cinture ben organizzato si possono formare le varie caste.

Interessante sapere che a differenza di queste ultime un elemento all'interno di questo organigramma può evolvere e migliorare la sua condizione. Ovviamente quando il Maestro lo riterrà opportuno ed il tutto avrà una forma cerimoniale (frustate per la maggior parte dei casi) e discorsi di reciproca fratellanza.

Dannazione così a primo impatto manca solo un compasso ed una squadra ed il gioco è fatto! Ma cerchiamo di rimanere seri per una volta..

Una tale organizzazione racchiude un potenziale di rischio enorme sia per il maestro di turno che per i poveri cristi entrati per imparare un metodo di lotta ed usciti come adepti non pensanti.

Ma vediamo per gradi quali sono questi rischi e come evitarli:

1) Se sei il maestro della tua accademia cerca in tutti i modi di non affermare la tua immagine. Fai tanta autoironia e sviluppa un rapporto umano con i tuoi allievi che passi oltre il livello del loro bjj. Entrate in sintonia, chiedete consigli di vario genere ed impostate il vostro rapporto in maniera equa. Conoscere tecniche di bjj non ti rende superiore umanamente a nessuno, ricordalo.

In caso contrario sei nei guai amico, dopo aver esaurito l'energia di chi ti è accanto per alimentare il tuo Ego le tue convinzioni cadranno e probabilmente entrerai in depressione.

2) Se sei un allievo o vuoi iniziare Jiu Jitsu guardati un attimo intorno, se vestono tutti come il Maestro, fanno le stesse battute, hanno lo stesso cane, sentono la stessa musica ed hanno con lui un atteggiamento estremamente remissivo e non fanno mai ironia sulla sua figura allora dattela a gambe in fretta e cambia accademia.

Così ad occhio e croce imparare un arm lock fatto bene sembra la parte più semplice."


In un commento aggiunge: "Credo che anche le competizioni siano costruite per alimentare il lato settario del Jiu Jitsu. Tutti arrivano quasi sempre a medaglia grazie alle innumerevoli categorie. Ancora più interessante è invece l'importanza quasi dogmatica dedicata alle cinture nere. Se aprissero i campionati a tutti i livelli probabilmente oggi una cintura blu batterebbe una cintura nera e questo a lungo andare si trasformerebbe da "evento sporadico" a norma in un batter d'occhio. Tempo un paio d'anni e la suddivisione in cinture perderebbe importanza ma questo per il jiu jitsu equivarrebbe a dire distruzione totale delle fondamenta del movimento su cui ha basato volente o nolente tutto il suo marketing."

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