Nel leggere le pagine del libro “Choque: The Untold Story of Jiu-Jitsu in Brazil”, l’immagine che traiamo di Carlos Gracie è quella di un avventuriero che alla fine trovò nel Jiu Jitsu la sua principale fonte di reddito.
Il 23 marzo del 1929, Carlos Gracie fece la sua prima apparizione sul palcoscenico dei combattimenti professionali e lo fece nel modo più intelligente, sfruttando la fama di un grande nome già affermato Géo Omori, ma la prima apparizione di Carlos Gracie nelle pagine dei giornali di Rio non riguardò questioni legate al jiu-jitsu ma questioni "commerciali" e legali. Nel 1925, con suo padre, era entrato a far parte del gioco d'azzardo illegale, seguirono poi altre controversie legali l'ultima delle quali fu un ingiuzione di sfratto molto probabilmente per morosità.
Correva l’anno 1929, anno tristemente famoso per la recessione economica che segnò il novecento e che ebbe drammatiche conseguenze sulle vite di milioni di persone. Carlos voleva organizzare una "dimostrazione" di "jiu-jitsu" al Clube Athletico Paulistano e per invogliare la stampa a presenziare aveva bisogno di un nome noto. Géo Omori era l'uomo che faceva al caso suo. Carlos e suo padre, secondo Omori, lo indussero a partecipare alla manifestazione lusingandolo (probabilmente lo pagarono lautamente). Se Carlos voleva attirare l'attenzione sulla sua dimostrazione e far conoscere il suo nome, senza farsi male in una vero incontro, o rischiare di perdere in un match autentico, questo era il modo migliore per farlo.
Omori in seguito disse esplicitamente e senza mezzi termini che al tempo dell'incontro Carlos non sapeva nulla di jiu-jitsu. Fu su richiesta di Gastão Gracie, padre di Carlos, che Omori accettò di non esporre i "limiti del ragazzo", tuttavia, Carlos sembrava voler creare l'impressione che fosse una lotta legittima piuttosto che una dimostrazione. La descrisse come un "lucta" e definì ciò che avrebbe fatto con Omori "misurare le forze" [medir forças] un sinonimo di "combattimento", e disse che non era possibile prevedere chi "avrebbe vinto".
Nel 1929, Carlos disse di aver imparato il jiu-jitsu da Conde Koma circa dieci anni prima a Pará (cioè nella città di Belém, nello stato del Pará). Secondo Carlos, "Conde Koma era arrivato con la sua "troupe" composta da Sateki, Okura, Shimiti e Laku ... Dopo alcune dimostrazioni [Koma] organizzò una palestra e io fui uno dei primi studenti a iscriversi". Carlos potrebbe aver preso alcune lezioni da Conde Koma, ma è certo che abbia esagerato. Conde Koma non è stato a Belém per l'intero periodo di tre anni che Carlos ha affermato di essere stato allievo di Koma.
La verità potrebbe essere più vicina alle versioni di Rorion ed Helio Gracie. Nella sua intervista con Playboy del 1989, Rorion disse che Carlos imparò alcune mosse di base da un maestro viaggiante (che avrebbe potuto essere Conde Koma). Nel 1994, Helio lo confermò, dicendo che Carlos conosceva solo alcune mosse di base. Secondo la figlia e biografa di Carlos Reila Gracie, Carlos praticò il jiu-jitsu con uno degli studenti del Conde Koma di nome Jacyntho Ferro (di origini italiane) a Belém. Ferro, al momento della sua morte nel 1929, si diceva che fosse il miglior studente di Koma.
Carlos potrebbe aver imparato da Jacyntho Ferro, ma probabilmente non molto. Una fonte più plausibile della conoscenza del jiu-jitsu di Carlos (qualunque essa potesse essere) era Donato Pires dos Reis. Anche Donato era di Belém e aveva studiato con Conde Koma. Donato fu colui che introdusse Carlos nel suo primo lavoro di insegnante di jiu-jitsu a Minas. Fu Donato a fondare quella che in seguito divenne la Gracie Academy in rua Marques de Abrantes. Un altra fonte della conoscenza del Jiu Jitsu furono i manuali di Jiu-jitsu, come quelli di Irving Hancock, che erano disponibili in Brasile già dal 1906 e probabilmente già da prima.
Carlos Gracie aveva una vivida immaginazione e mise a frutto i suoi talenti narrativi per tutta la sua lunga vita, promuovendo combattimenti, diffondendo il jiu-jitsu, sfoggiando fan e amici, seducendo ragazze e cercando di rimanere fuori di prigione. A volte aveva difficoltà a distinguere tra le sue storie e la realtà. O forse più semplicemente quando sentiva che la realtà non era abbastanza interessante, da buon intrattenitore sentiva l'obbligo per il suo pubblico di aggiungere tutti gli elementi necessari per renderla più interessante.
Quindi il bjj è un feticcio? Una copia di una piccola parte di ciò che già esisteva?
RispondiEliminaPotresti essere più chiaro? Cosa intendi per feticcio? Il feticcio è un oggetto inanimato al quale viene attribuito un potere magico o spirituale. Cosa significa che il BJJ è una copia di una piccola parte di ciò che già esisteva?
RispondiEliminaTu hai scritto che chi ha inventato il bjj è "uno" che conosceva un po' di ju jutsu. Se non è un feticcio questo...
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Eliminaio non ho mai scritto che Carlos Gracie sr. ha inventato il BJJ inoltre stai usando la parola feticcio a sproposito.
Che sia lui l'inventore è scritto ovunque, poi se non ti piace feticcio ti va bene fuffa?
RispondiEliminase volevi dire che Carlos Gracie è un feticcio nel senso di persona esaltata oltre misura e fatto oggetto di culto forse si presta più Helio Gracie a ricoprire questo ruolo, in ogni caso io di certo non lo considero un feticcio o un idolo ne ho mai scritto che ha inventato il Jiu-Jitsu.
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