Anthony Hernandez ha interrotto la serie positiva di Rodolfo Vieira nelle MMA con una sconfitta pesante e per giunta finalizzandolo con una ghigliottina. Come è stato possibile?
Vieira è partito forte, ha messo a frutto tutto il suo jiu-jitsu con una combo da manuale: takedown, schiena e poi monta. Mentre noi jitseri stavamo già sul punto di esultare all'idea di postare sui social il video della vittoria fulminea accompagnata dalla solita didascalia indirizzata ai detrattori del BJJ abbiamo assistito ad un capovolgimento di fronte epico.
Una volta tornato in piedi Hernandez inzia l'inesorabile rimonta. Viera deve recuperare, la lotta è estenuante e di energie ne ha consumate tante, inoltre alla stanchezza fisica si deve aggiungere quella psicologico: Viera si è reso conto che il suo avversario sa come vanificare il suo gioco.
Hernandez scuote Vieria con un destro al volto pesante come un macigno ed è l'inizio della fine. Viera perde lucidità e trasaliamo quando lo vediamo finire dentro una ghigliottina, dalla quale riesce ad uscire, ma poi contiamo i pochi secondi che mancano alla campana scongiurando che non batta a quel triangolo di gambe di Hernandez nel quale si è infilato.
Lo sanno tutti, lo sa anche lui che il break non è sufficiente a ridargli la lucidità necessaria per affrontare il secondo round. La punizione alla quale Hernandez lo sottoporrà nel secondo round è umiliante. Viera è raggiunto da colpi devastanti, da ultimo una gomitata fatta esplodere da distanza ravvicinata su una guardia inesistente che apre una profonda ferita sulla sua arcata. L'incontro poteva essere chiuso per TKO ma Hernandez, che è cintura viola, ha preferito chiudere in bellezza facendo battere la super cintura nera Vieira con una ghigliottina.
Quali lezioni trarre da questo incontro? Dire che ormai i fighter monodimensionali non hanno un futuro e che i wrestlers che si danno alle MMA sono avvantaggiati sarebbe banale sebbene sia la sacrosanta verità, ma quello che emerge è l'importanza fondamentale dell'approccio al condizionamento in fase di preparazione e il ruolo altrettanto fondamantale delle difese a terra e come vanificarle.
Come Hernandez è riuscito a liberarsi dalla monta e vanificare i tentativi di triangolo di braccia va studiato molto bene perché non si è trattata di mera fortuna. Sotto la monta di Viera Hernandez sapeva cosa fare, non è andato nel panico ed è anche uscito da un armbar il tutto con una sicurezza invidiabile. Detto questo stupisce come Viera una volta in monta non sia riuscito a mantenerla e a chiudere l'incontro. Forse puntare troppo sulle submission e non sul G&P non è stata una scelta tattica vincente.
Viera ha puntato a chiudere l'incontro al primo round facendo affidamento al suo jiu jitsu e agli elementi anaerobici della sua preparazione ma non ha fatto i conti col livello stellare delle difese a terra di Hernandez.
Scrive Mike "Dr Kickass" Piekarski: "Il coach di MMA e S&C Joel Jamieson, osserva che il percorso aerobico è responsabile della maggior parte dell'energia richiesta durante la competizione. Mentre un combattimento può sembrare esplosivo, sarebbe impossibile per un combattente mantenere il massimo sforzo in ogni colpo, quindi un combattimento è principalmente fatto di sforzi ripetuti sub-massimali.
.
"[Ogni] combattente là fuori ha la capacità di combattere da una campana all'altra senza restare senza benzina, l'unica differenza è il ritmo che sarebbero in grado di mantenere se lo volessero. (Jamieson 2009)." Mentre Galvan ha scoperto che nelle competizioni i combattenti avranno tutti la frequenza cardiaca al di sopra della soglia del lattato (anaerobica), l'approccio di Jamieson al condizionamento consiste nel mantenere una base aerobica elevata. La logica è che mentre il combattimento coinvolge elementi anaerobici a cui "attingere" quando necessario (combinazione di colpi, takedown ecc ...) piuttosto che fare affidamento su di essi. Se due combattenti mantengono lo stesso ritmo ma uno è aerobico e l'altro è anaerobico, il combattente che fa affidamento sul suo sistema anaerobico finirà la benzina più velocemente.
I takedown ed uscire da sotto gli sprawls utilizzano percorsi energetici anaerobici. Rodolfo aveva bisogno di tempo perché il suo sistema aerobico ossidativo potesse ricostituire le sue risorse. Fluffy ha subito messo pressione in quei momenti e Rodolfo non ha potuto recuperare. Dopo averlo danneggiato e stancato, Fluffy è stato in grado di applicare una sottomissione a cui Rodolfo non è riuscito a sfuggire.
Riferimenti:
1️⃣Galvan, E. (2011). Strength and Conditioning Considerations for Mixed Martial Arts. Strength and Conditioning Journal, 33(1), 56.
2️⃣Jamieson, J. (2009). Ultimate MMA conditioning".
Una volta tornato in piedi Hernandez inzia l'inesorabile rimonta. Viera deve recuperare, la lotta è estenuante e di energie ne ha consumate tante, inoltre alla stanchezza fisica si deve aggiungere quella psicologico: Viera si è reso conto che il suo avversario sa come vanificare il suo gioco.
Hernandez scuote Vieria con un destro al volto pesante come un macigno ed è l'inizio della fine. Viera perde lucidità e trasaliamo quando lo vediamo finire dentro una ghigliottina, dalla quale riesce ad uscire, ma poi contiamo i pochi secondi che mancano alla campana scongiurando che non batta a quel triangolo di gambe di Hernandez nel quale si è infilato.
Lo sanno tutti, lo sa anche lui che il break non è sufficiente a ridargli la lucidità necessaria per affrontare il secondo round. La punizione alla quale Hernandez lo sottoporrà nel secondo round è umiliante. Viera è raggiunto da colpi devastanti, da ultimo una gomitata fatta esplodere da distanza ravvicinata su una guardia inesistente che apre una profonda ferita sulla sua arcata. L'incontro poteva essere chiuso per TKO ma Hernandez, che è cintura viola, ha preferito chiudere in bellezza facendo battere la super cintura nera Vieira con una ghigliottina.
Quali lezioni trarre da questo incontro? Dire che ormai i fighter monodimensionali non hanno un futuro e che i wrestlers che si danno alle MMA sono avvantaggiati sarebbe banale sebbene sia la sacrosanta verità, ma quello che emerge è l'importanza fondamentale dell'approccio al condizionamento in fase di preparazione e il ruolo altrettanto fondamantale delle difese a terra e come vanificarle.
Come Hernandez è riuscito a liberarsi dalla monta e vanificare i tentativi di triangolo di braccia va studiato molto bene perché non si è trattata di mera fortuna. Sotto la monta di Viera Hernandez sapeva cosa fare, non è andato nel panico ed è anche uscito da un armbar il tutto con una sicurezza invidiabile. Detto questo stupisce come Viera una volta in monta non sia riuscito a mantenerla e a chiudere l'incontro. Forse puntare troppo sulle submission e non sul G&P non è stata una scelta tattica vincente.
Viera ha puntato a chiudere l'incontro al primo round facendo affidamento al suo jiu jitsu e agli elementi anaerobici della sua preparazione ma non ha fatto i conti col livello stellare delle difese a terra di Hernandez.
Scrive Mike "Dr Kickass" Piekarski: "Il coach di MMA e S&C Joel Jamieson, osserva che il percorso aerobico è responsabile della maggior parte dell'energia richiesta durante la competizione. Mentre un combattimento può sembrare esplosivo, sarebbe impossibile per un combattente mantenere il massimo sforzo in ogni colpo, quindi un combattimento è principalmente fatto di sforzi ripetuti sub-massimali.
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"[Ogni] combattente là fuori ha la capacità di combattere da una campana all'altra senza restare senza benzina, l'unica differenza è il ritmo che sarebbero in grado di mantenere se lo volessero. (Jamieson 2009)." Mentre Galvan ha scoperto che nelle competizioni i combattenti avranno tutti la frequenza cardiaca al di sopra della soglia del lattato (anaerobica), l'approccio di Jamieson al condizionamento consiste nel mantenere una base aerobica elevata. La logica è che mentre il combattimento coinvolge elementi anaerobici a cui "attingere" quando necessario (combinazione di colpi, takedown ecc ...) piuttosto che fare affidamento su di essi. Se due combattenti mantengono lo stesso ritmo ma uno è aerobico e l'altro è anaerobico, il combattente che fa affidamento sul suo sistema anaerobico finirà la benzina più velocemente.
I takedown ed uscire da sotto gli sprawls utilizzano percorsi energetici anaerobici. Rodolfo aveva bisogno di tempo perché il suo sistema aerobico ossidativo potesse ricostituire le sue risorse. Fluffy ha subito messo pressione in quei momenti e Rodolfo non ha potuto recuperare. Dopo averlo danneggiato e stancato, Fluffy è stato in grado di applicare una sottomissione a cui Rodolfo non è riuscito a sfuggire.
Riferimenti:
1️⃣Galvan, E. (2011). Strength and Conditioning Considerations for Mixed Martial Arts. Strength and Conditioning Journal, 33(1), 56.
2️⃣Jamieson, J. (2009). Ultimate MMA conditioning".
zero cardio e zero attitudine ai colpi.Sembrava un orso.
RispondiEliminaveramente strano come un ovvietà come questa venga evidenziata solo adesso.
RispondiEliminaRicordo anni fa gli incontri "bellator"(su sky,mi pare)dove i combattenti evidentemente palestrati(leggi "anaerobici")parivano come treni,ed avversari più snelli-qualcuno anche con un filo di pancetta-sembravano soccombere....e invece,superato il primo round,ribaltone totale:il palestrato,a corto di fiato,non riusciva ad alzare più le braccia,e veniva asfaltato.
ho vissuto un caso simile quando allenavo:un mio studente proveniente dalla sala pesi,si ostinava a basare su questi la sua preparazione per le competizioni di grappling.
Quasi sempre perdeva,ma non c'era modo di fargli cambiare preparazione:
"devi lavorare sul fiato,hai troppi muscoli che mangiano ossigeno e sei esplosivo ma bruci in fretta le forze"
e lui:"si,ma se nei primi minuti mi va bene,vinco subito...."
Non c'è peggior sordo.....