I media di settore hanno definito l'incontro dei pesi leggeri tra Miller vs. Lauzon
un regalo di Natale per i fans di Las Vegas e l'incontro come epico e
spettacolare.
Non si può negare di aver assistito ad alcuni pregevoli
tentativi di finalizzazione di Lauzon e fare a meno di sottolineare il suo spirito indomito,
ma lo spettacolo che l'UFC ci ha regalato è stato quello di due uomini che
hanno lottato per tre interminabili round in una pozza di sangue e questo non
lo definirei né uno spettacolo, né epico né tantomeno sportivo.
L'unico motivo che vedo nel permettere a un atleta, con una
profonda ferita e una brutta emorragia, di continuare a lottare risiede nel
voler offrire uno spettacolo per stomaci forti che amano vedere il sangue
cadere copioso a terra e ricoprire corpi sudati.
Si resta un po’ spiazzati nell'assistere a un pubblico in
visibilio di fronte a questi spettacoli sanguinolenti mentre è pronto a
fischiare rumorosamente nel momento in cui la lotta si trasferisce al suolo.
Oggi sembra che la cultura marziale, quella che ci aveva
regalato epici incontri in Giappone col Pride, cui assisteva un pubblico
preparato e attento, che si emozionava per ogni pregevole tecnica di sottomissione,
sembra morta.
In America lo show delle MMA è presentato in prime time tra
effetti speciali lustrini e paillettes, in una cornice patinata come solo la
città casinò di Las Vegas sa essere. Tutto il regolamento UFC è studiato perché
lo scontro sia il più cruento e sanguinoso possibile: più l'atleta mostra sul
suo volto i segni della lotta più il pubblico è soddisfatto. Ormai tutti
sembrano allineati su questa politica e chi non riesce a farsi piacere questo
spettacolo deve rassegnarsi a rivedere i vecchi incontri del passato.
Un timido passo per tornare ai fasti del Pride, e dei primi UFC, lo sta tentando un certo Rickson Gracie col suo nuovo format, "Mestre do Combate", ma oggi sembra l'unico che voglia cercare di risollevare le sorti di uno sport che ha perso lo spirito epico e marziale fagocitato dall'American Way of MMA Style bisognosa di forti iniezioni di adrenalina.
Un timido passo per tornare ai fasti del Pride, e dei primi UFC, lo sta tentando un certo Rickson Gracie col suo nuovo format, "Mestre do Combate", ma oggi sembra l'unico che voglia cercare di risollevare le sorti di uno sport che ha perso lo spirito epico e marziale fagocitato dall'American Way of MMA Style bisognosa di forti iniezioni di adrenalina.
Il debutto del circuito "Mestre Do Combate" è avvenuto a Rio de Janeiro il 22 Novembre e si spera possa riportare in auge un modo di fare MMA più tecnico e spettacolare. Rickson Gracie, cintura rosso e nera 8° grau, leggenda vivente delle MMA e Jiu-Jitsu Brasiliano, non è un fan di alcune regole delle moderne MMA ed è molto esplicito nel spiegare il suo pensiero e la sua filosofia del combattimento: "Vogliamo creare un nuovo paradigma e recuperare i valori della lotta che sono stati persi nel corso del tempo. Oggi le MMA sono sinonimo di sangue e denaro. Noi vogliamo onorare lo spirito guerriero e l'arte di combattimento". Buona fortuna Mestre!
quoto tutto,oggi è basato tutto o quasi sul sangue lo spettacolo delle mma.la tecnica passa in secondo piano.
RispondiEliminafrancesco
Si,ho notato questa tendenza statunitense a preferire lo scontro in piedi a suon di cazzotti.E un regolamento che penalizza il lavoro a terra,sopratutto quello costruito con pazienza,passo dopo passo.
RispondiEliminaCavoli loro.Reputo gli statunitensi in generale(quindi ci sono ovvie e notevoli eccezioni)una disgrazia per gli sport da combattimento/arti marziali che dir si voglia.
Non hanno inventato nulla,appropriandosi di ciò che interessava dagli altri,appiccicandovi siopra un loro marchio e vendendolo all'estero.
Ecco,questo glielo riconosco:grazie a loro certe metodiche,notizie o atrezzi d'allenamento ora sono reperibili(vedi kettlebell esteuropee,clave e mazze hindù per esempio).
Ma a parte questo,bah.....
per fortuna ci sono ancora Brasile e Giappone.
che cagata di articolo...
RispondiElimina1 - non esiste un regolamento UFC, ma un regolamento MMA Unified Rules, applicato dalle varie commissioni atletiche dei vari stati in cui vengono ospitati gli eventi di MMA dell'organizzazione promotrice UFC.
2 - se non vogliono sangue, andassero a fare bjj.
3 - Lauzon è stato visitato da un medico tra un round e l'altro, durante il round e l'arbitro era lì a sorvegliare che non accadesse nulla di irreparabile. Qualora fosse successo, il medico avrebbe perso l'abilitazione, e insieme all'arbitro e ai membri della commissione atletica presenti, sarebbero finiti al gabbio...secondo voi, conoscendo tali rischi, possono veramente aver ceduto a logiche di potere? O forse è il tipo di mentalità che manca all'autore dell'articolo, il concetto di usque ad finem, che in alcuni si tatuano, o addirittura fanno foto che poi girano su facebook in cui il jj guy è uno che non cede mai...
4 - le dichiarazioni di Rickson sono politiche, non gliene frega una beata minchia dei fighter...
Rispondendo al punto 3 se vivessimo in un mondo dove la corruzione non esiste avresti ragione ma purtroppo non é così la volta che succederà l'irreparabile ci sarà un bel polverone tanti spettatori in più e le scuse in fondo i soldi aggiustano sempre tutto... purtroppo la realtà é questa ovunque uno sport pulito non va in prima serata e non fa grandi numeri...enzo
EliminaPreso dalla mia risposta a Max, ma si adatta anche al tuo commento.
Elimina4 - Se solo guardassi gli UFC, sapresti che durante le medicazioni, o quando le immagine diventano più "gore", la regia sapientemente cambia, proprio perché l'UFC, e di questa organizzazione che stai parlando, non vuole dare uno spettacolo "violento" vendendo sangue etc...come da te scritto.
6 - Gli arbitri devono applicare il regolamento, e se il taglio o il sanguinamento, non impediscono al fighter di continuare, perché non ne inficiano la vista o le capacità, o non è in un luogo pericoloso, devono far continuare il match. Esiste il medico a bordo gabbia proprio per dare consulenza all'arbitro qualora abbia dei dubbi. Nessun discorso di spettacolarità, o di volontà nel mostrare immagini cruente, è proprio l'opposto.
La foto da te postata, non è stata pubblicata dall'UFC, ma dal fighter stesso.
L'usque ad finem non ha nulla a che fare con i giochi dei gladiatori, qui stiamo parlando di atleti che hanno fatto sacrifici per prepararsi ad un match, per combattere contro un avversario, che come hai potuto vedere alla fine dell'incontro ha portato rispetto. E' già successo, che alcuni tagli, soprattutto quelli vicino agli occhi, interrompessero il match.
La popolarità recente delle MMA e dell'UFC propone al grande pubblico immagini crude che possono essere di forte impatto e causare forti reazioni emotive, generando aspre critiche, come è successo negli incontri tra Jim Miller e Joe Lauzon, e soprattutto Cain Velasquez vs Junior dos Santos.
RispondiEliminaLe immagini scioccanti, per il grande pubblico, provocate dal sanguinamento del viso e dal cuio capelluto, da un punto di vista medico raramente possono causare complicazioni gravi ma ciò non toglie, come sottolinea il Dott Rickson Moraes,cintura nera di Jiu-Jitsu e ortopedico che: "per il bene di questo sport e per poter continuare sulla strada del successo, vedo come imperativo quello di proibire le gomitate in faccia. Si dovrebbe inoltre orientare arbitri e medici ad interrompere le lotte con grandi quantità di sanguinamento, così che queste scioccanti immagini siano ridotte al minimo."
Ringrazio sempre tutti i commenti mi dispiace che qualcuno debba ricorrere al torpiloquio per rafforzare le sue idee. Come vedi il mio punto di vista è condiviso da chi ama questo sport e non crede che la filosofia dell'"usque ad finem" sia necessaria visto che si tratta di uno sport e non di giochi circensi dell'antica Roma. Firmarsi con MMA Cafè non è corretto trattandosi di un blog composta da più "teste". La tua che nome ha?
io mi diverto quando vedo la tecnica,ad es uno che prende un sacco di pugni a terra e tira fuori dal nulla un armbar ad es.pugni a caso e sangue a catinelle non mi garbano tanto..ma sono un povero jitzero come te..
RispondiEliminafra
1 - Come MMA Café firmo solo io, Andrea Bruni. Gli altri mettono la loro firma sotto ogni articolo. E non ho comunque capito perché non sarebbe stato corretto...
RispondiElimina2 - Quello non è stato turpiloquio, ma una semplice esclamazione di stupore, negativo, ad un qualcosa proprio nel 2013 non ha motivo nemmeno di essere scritto o pensato.
3 - Al contrario di quello che scrive, il dott. Rickson Moraes, pensa che alcuni fighter, stiano anche proponendo l'inserimento dei calci alla testa anche a terra...pensa che punto di vista diverso tra una nera di bjj e alcuni fighter pro di mma, del circuito più importante di tutti...
4 - Se solo guardassi gli UFC, sapresti che durante le medicazioni, o quando le immagine diventano più "gore", la regia sapientemente cambia, proprio perché l'UFC, e di questa organizzazione che stai parlando, non vuole dare uno spettacolo "violento" vendendo sangue etc...come da te scritto.
5 - Il dottore da te citato non è "il verbo", ma una voce, un'opinione che non vale più della mia o della tua, anzi, la sua perde anche di valore proprio perché estremamente di parte, dato che nel movimento del BJJ, anche qui in Italia, alcuni Mestre cercano di prendere le distanze dalle MMA moderne...ma solo per una questione di mercato, tutto qui, perché poi se dovessero avere un fighter interessato e talentuoso, tornerebbero invece a tessere le lodi della spettacolarità del tipo di regolamento e di come il bjj sia fondamentale e ne sia il fulcro...
Della serie: "Cicero pro domo sua"...
Sono nell'ambiente da un po' di anni, e le ho sentite tutte...
6 - Gli arbitri devono applicare il regolamento, e se il taglio o il sanguinamento, non impediscono al fighter di continuare, perché non ne inficiano la vista o le capacità, o non è in un luogo pericoloso, devono far continuare il match. Esiste il medico a bordo gabbia proprio per dare consulenza all'arbitro qualora abbia dei dubbi. Nessun discorso di spettacolarità, o di volontà nel mostrare immagini cruente, è proprio l'opposto.
La foto da te postata, non è stata pubblicata dall'UFC, ma dal fighter stesso.
L'usque ad finem non ha nulla a che fare con i giochi dei gladiatori, qui stiamo parlando di atleti che hanno fatto sacrifici per prepararsi ad un match, per combattere contro un avversario, che come hai potuto vedere alla fine dell'incontro ha portato rispetto. E' già successo, che alcuni tagli, soprattutto quelli vicino agli occhi, interrompessero il match.
Detto ciò, ho praticato bjj, ed ho smesso a causa di ernie del disco, non perché non mi piacesse la disciplina. Quello che contesto è il tipo di mentalità, che fortunatamente dove mi allenavo io non era presente, quella del bjj guy che lotta indomito, quella dell'eletto praticante di una disciplina che ha addirittura dato i natali alle MMA, fenomeno semplicemente di moda...
Perché dal tuo articolo, è questo che si deduce.
Dal tuo ultimo intervento ci sono aspetti interessanti e anche condivisibili però tu hai messo troppa carne al fuoco che io neanche mi sognavo di considerare.
RispondiEliminaNon sono certo un ingenuo e so bene che ci sono di mezzo anche gli interessi economici ma se rileggi il mio post il punto fondamentale era se queste MMA possono trasformarsi in uno sport da prima serata o restare uno spettacolo sanguinolento.
ps.del resto nel pugilato, dove se ne danno di santa ragione, quando un'emorragia non ne vuole sapere di fermarsi, fermano l'incontro!
pps. comunque personalmente non mi permetterei mai, neanche di fronte ad una massima forma di deficienza intellettuale, di usare un termine come "che cagata" perché come prima reazione mi verrebbe voglia di sfidare chi me l'ha indirizzata, non così lottando sul tatami con regole, ma proprio all'antica con sciabola affilata per farlo a fettine.
Scusa se scrivo a "punti", ma sono una persona schematica e mi viene più facile.
RispondiElimina1 - Sono già uno sport da prima serata, in tutto il mondo...e come ho scritto, è interesse dell'UFC in primis evitare che si pensi che loro vogliano vendere uno spettacolo sanguinolento. E' la loro politica. Fanno di tutto per espandersi nel mondo, per migliorare la visibilità e la commerciabilità di questo sport. Quindi, no, nessuno sta cercando di portare le mma ad essere uno spettacolo tipo carneficina.
2 - Qui in Italia, nel nostro piccolo piccolissimo, c'è ancora lo stigma relativo agli sport da combattimento come espressione di violenza, di rifugium peccatorum per delinquenti etc etc...e da arbitro/giudice e formatore di arbitri e giudici, posso dirti che la mia politica è quella di far applicare il regolamento al 100%.
3 - Non c'è qui la disponibilità di telecamere come negli USA, per avere tutti quei punti di vista e quel tipo di regia, servono troppi soldi. La RAI ha bandito tutti gli sport, compreso il grappling, prima delle 23, mi sembra...pensa come stiamo messi.
4 - Il tuo articolo è una "cagata" proprio perché alimenta tale stigma nei confronti delle MMA, quasi lo giustifica. Capisco che tu da istruttore di bjj abbia i tuoi interessi, ma tale comportamento nuoce a tutti. Affossare le MMA, significa affossare anche tutte le discipline ad esso correlate, bjj in primis.
5 - La veracità del termine avrebbe dovuto far sorridere invece che indispettire, il tuo volermi sfidare con sciabola affilata, seppur io preferirei i sani pugni, suona molto di minaccia...
6 - I traumi del pugilato non sono paragonabili alle MMA...metterli a confronto significa non avere idea di cosa sia l'una e di cosa sia l'altra.