venerdì 14 luglio 2017

Italian BJJ Open 2017 - Report by Enrico Di Luise







Sesta edizione dell’Italian Open UIJJ/IBJJF da paura, con circa 1600 iscritti. Nella prestigiosa cornice del PalaMandela Forum, il 10 ed 11 giugno è andata in onda la più importante manifestazione italiana di questa disciplina, in versione Gi e NOGI.

Location

Il Pala Mandela è stato sicuramente più adeguato della passata location in termini di ubicazione in quanto facilmente raggiungibile dai mezzi da ogni parte della città. Struttura adeguata alle esigenze, con bagni / spogliatoi puliti e servizi ristoro interni ottimali. In un clima caldo torrido il sistema di areazione/ventilazione ha ben funzionato (meno male). Sicuramente, in tal senso, 'l'investimento logistico' della Unione, capitanata da Dario Bacci, ha dato i suoi frutti. Date le dimensioni della struttura, gli spalti sono di conseguenza apparsi come sovradimensionati per gli intervenuti ma l’effetto scenico è stato notevole.

Quest’anno, come promessoci l’anno scorso, l’area riscaldamento – punto debole dell’edizione 2016 - è stata più che adeguata ed è risultata troppo ristretta solo nei momenti più concitati e/o durante le categorie più affollate. Tre punti ristoro, un numero adeguato di personale ed il vicino ristorante hanno assicurato il buon rifocillamento degli intervenuti sebbene i prezzi non erano proprio abbordabili. 

Altro motivo di vanto per la UIJJ è stato l’acquisto di un tatami, tramite sponsor tecnico, da utilizzare per le gare ufficiali. Le medaglie in rilievo, anch’esse ottenuto tramite sponsor tecnico, sono state molto apprezzate da tutti i partecipanti; ottima quest’anno la scenografia del podio (quella dell’anno scorso era leggermente sfalsata).

Organizzazione

In generale tutto molto positivo grazie agli organizzatori e collaboratori – tra cui è doveroso citare il ‘padrone di casa’ Luca Caracciolo - che si sono spesi per la buona riuscita della due giorni. Il servizio medico, dovuto intervenire numerose volte per eventi non gravi, è stato sempre puntuale, professionale, direi ottimo e comunque sempre disponibile a fornire assistenza (nonché ghiaccio, bendaggi e quant’altro)! Staff di Gara, ultradisponibile, nonostante i nervosismi e lo stress. Sempre precisi e cordiali i ring coordinators e la ‘super’ Teresa Pomponi. 

Purtroppo Note negative hanno riguardato le 'utilities' informatiche a supporto della gara, Il cronogramma non è stato rispettato in molti casi, con ritardi -a volte- di ore. Gli atleti venivano chiamati non sempre al microfono, con evidenti resse/confusioni/incomprensioni all'area riscaldamento/area peso. Per alcune categorie è passato troppo tempo tra un incontro e l’altro, per poi passare ai canonici 10 minuti, concessi ai finalisti. 

In certi momenti, fuori dall’area di gara, regnava lo sconforto e la confusione tra gli atleti mentre, con l’accumularsi dei ritardi, la tensione diventava palpabile anche tra i membri dello staff. Il sistema fightercall nel corso di domenica è stato sospeso. Da quel momento, pian piano, è stato ristabilito un regime che ha permesso di procedere a passo più serrato fino alla conclusione di tutte le categorie e delle premiazioni.

A parere dello scrivente e di molti intervistati per questo report, gran parte del ritardo avrebbe potuto essere evitato, qualora non ci fosse stata la competizione per i più piccolini, la quale da una parte ha certamente impreziosito lo spirito della manifestazione, dall’altra però ha sovraccaricato il sistema, rendendolo poco modulabile nel momento delle criticità. Altre lamentele riguardavano il sistema dei video in streaming, presente per la verità solo su alcuni tatami, durante lo svolgimento della gara ed anche dopo, quando molti non sono riusciti a trovare/scaricare il video del proprio incontro. 

In definitiva, nonostante quanto scritto, un grosso ‘complimenti’ a tutta la UIJJ per l’investimento, il coraggio, gli sforzi, certi che – come l’Unione ha già dimostrato – l’anno prossimo miglioreranno ulteriormente.

I Numeri

Milleseicento iscritti costituiscono un nuovo ed invidiabile record dei record per la nostra penisola (in termini relativi segnano un aumento del 30%). Dieci tatami (impiegati contemporaneamente solo a tratti), circa 100 membri di staff ed una quindicina di arbitri, compresi alcuni di caratura internazionale. Quest’anno tra le novità l’inserimento della Master 3 (solo Uomini) e delle Classi dei più piccolini (da ‘teen’ a ‘mighty mite’, generalmente indirizzati al JIO di Parma).

Purtroppo non siamo riusciti ad ottenere i file originali ed abbiamo dovuto estrapolare, laddove possibile, i numeri a partire dalle liste degli iscritti presenti sul sito UIJJ; il compito si è rilevato oltremodo difficoltoso ed ha causato un notevole ritardo sull’uscita di questo report, ma alla fine ce l’abbiamo fatta e posso solo ringraziare Antonio Lisciotto che si è adoperato in tal senso.

Qui di seguito le elaborazioni grafiche (non sono comprese le categorie al di sotto della Juvenile).







Quest’anno ho pensato di inserire una tabella che rappresentasse, in modo intellegibile, la numerosità delle categorie di peso rapportate alle classi di cintura: adesso tutti possono vedere e controllare quali sono le categorie più gremite - in base al proprio livello - senza ricorrere ai ‘sentito dire’ ed a leggende jitsere riportate dai propri compagni, al ritorno delle gare.

In generale, riguardo ai dati rilevati, possiamo dire che i numeri sono tutti in salita e le relative percentuali delle classi categorizzate (age, belt, etc) si riflettono sempre a livelli abbastanza comparabili e che non vi sono discrepanza degne di nota. Dai nostri numeri appare più che significativo l’aumento di master 2 (se rapportato anche all’apertura quest’anno delle master 3) e delle donne partecipanti, specie nelle cinture bianche.

Area Parterre:

Oltre gli immancabili stand degli sponsor, delle ditte di abbigliamento e dell’acai, da segnalare la presenza degli amici dell’Area 21 di Cagliari, lì per sponsorizzare il proprio camp estivo e Gara in territorio sardo (Bjj Summer Week): Bello vedere la collaborazione federale e le sinergie atte a promuovere simili iniziative su territori diversi dai tradizionali capoluoghi del bjj. Daniele Pisu e compagni hanno teso la mano e regalato un sorriso a chiunque si avvicinasse alla loro tenda, nonché hanno ‘passato’ bella musica, utile per distrarsi anche per chi si trovava nella limitrofa area riscaldamento, in procinto di gareggiare; a tal proposito, ricordo che alla prima edizione dell’italian open (2012), in tutto il palazzetto, veniva diffusa una rilassante musica ‘ambient/chill out’: che fine ha fatto???

Arbitraggio:

Gli arbitri bravissimi, nonostante le solite inevitabili sbavature, più o meno grandi. Fermo restando la difficoltà e l’errore umano ammesso e comprensibile in simili evenienze, l’arbitraggio è stato certamente positivo. Fatta eccezione per singoli eventi, in molti casi le questioni arbitrali che ci hanno segnalato hanno riguardato le solite questioni di “interpretazione” del regolamento del IBJJF su talune dinamiche di lotta e l’assegnazione dei punti e/o dei vantaggi, l’attribuzione dei richiami per passività/vittoria per decisione arbitrale. Mentre in alcuni casi si potrebbe parlare di semplice errore umano, in altri è stata forse l’inesperienza di taluni referee ad ingenerare l’errore. Infine, lo ribadiamo, massimo rispetto verso gli arbitri, che nel complesso, hanno svolto un lavoro encomiabile.

Livello tecnico

Livello tecnico degli atleti ulteriormente incrementato, anche grazie alla sempre cospicua la presenza di stranieri. Date le difficoltà oggettive nel tracciare un trend lottatorio della gara, nonostante sia rimasto per due giorni chiuso nel palazzetto, quest’anno ho chiesto l’aiuto di tanti amici di diversi team (impossibile nominarli tutti) per avere un loro parere nel merito. Nonostante le numerose risposte ricevute, anche quest’anno non è stato possibile, stilare delle vere e proprie statistiche di proiezioni/guardie/submission (o un rapporto tra vittorie ai punti vs vittorie per sottomissione): una simile operazione sarebbe uno strumento formidabile per il nostro jiu jitsu.Qualche informazione utile siamo riusciti comunque a ricavarla.

In analogia all’anno scorso in questo campionato non ho registrato un incremento nel ricorso alle proiezioni come percorso perentorio del proprio game plan (fatta sempre eccezione per gli immancabili liberisti e judoka, iscritti nelle cinture bianche e blu). Nel contesto di questa tematica, numericamente, ci son stati più single leg e ankle pick, seguiti da qualche bel double. Non è mancata qualche bel drop seoi nage ed un paio di kataguruma davvero impressionanti, ma la chiamata in guardia (specie in mezza e/o direttamente in DLR) ha comunque dettato legge nelle transizioni da in piedi al ground game.

Quello che si è certamente notato di più rispetto all’anno scorso è stata una leggera tendenza a preferire il ‘lavoro da sopra’; molti incontri son sembrati una guerra nervosa e attendista, tesa all’imposizione dei propri passaggi di guardia. La consapevolezza nell’ utilizzo del berimbolo come sweep della DLR è stato ben visibile a tutti i livelli negli adult (invece, è praticamente uno sconosciuto, nelle master 2 e master 3).

Anche quest’anno le guardie aperte tipo DLR/inversa, spider, spider/lasso sono state, a livelli alti, le più utilizzate. Non ho notato il ricorso a high guard e rubber guard ma col GI, dalla viola in poi, si sono viste molte lapel guard e similari (anche se raramente sortivano gli effetti desiderati).

Nel NOGI gettonatissime, da sotto, le transizioni di mezza guardia e mezza profonda con sweep o da mezza guardia a single leg sono state invece molto comuni a tutti i livelli.

Al di là delle singole tecniche e delle transizioni, credo di poter identificare i ‘leit motiv’ strategici, messi in atto, in due categorie: A) game plan orientati alla presa di schiena (Marcelo Garcia & Mendes Bro, docet) B) game plan caratterizzati dal forzare posizioni che favorissero l’attacco alle gambe. Tale ultima strategia, è stata perseguita, da sopra, durante i passaggi e lavorando da sotto tramite X/single leg X.

Da quanto appena scritto, scaturiscono le ovvie considerazioni sulle sottomissioni più viste. Sempre più viva la tendenza ad utilizzare leve alle gambe e quest’anno ho notato alcune sottomissioni/tentativi di sottomissione tramite ‘figura 4’ al piede nelle marroni e nere. Nelle cinture inferiori si è invece fatto spesso ricorso alle leve ‘dritte’ o ‘belly down’, specialmente nel NOGI. In questi casi però mi sento di dire che la percentuale di riuscita è stato nettamente inferiore. 

Dalla schiena invece penso tranquillamente di poter dire che il ‘Re e la Regina’ delle submission sono stati il Bow and Arrow e lo strangolamento coi baveri (GI). Nel NOGI, il RNC come sempre è stato sovrano, mentre un po’ più assente è stata la marcelotine che l’hanno scorso avevo notato su più tatami e che quest’anno mi aspettavo in incremento. Non sono mancate delle funamboliche finalizzazioni al volo, ma non direi che potrebbero fare statistica.

Menzione d'onore:

A tutti i livelli, ma specie per le cinture nere e marroni, ci sono stati tanti bellissimi match, impossibile ricordarli – e anche in tal caso – descriverli tutti. Sicuramente ‘più di qualcosa ci è sfuggito’. Ho ricevuto un resoconto a chi ha collaborato a questo report, abbiamo fatto il possibile ma ciononostante ci siamo resi conto che comprendere il tutto è impensabile: chiedo quindi anticipatamente venia a chi non viene citato in questa sezione nonostante abbia fatto un vero e proprio exploit competitivo a Firenze.

Cinture Bianche:

Andrea Miccio (Matside Milazzo) e Riccardo Faeti, vincono tutti (o quasi) i loro incontri per finalizzazione in categorie numerosissime ove per arrivare in finale bisogna fare 5-7 incontri. Faeti vinceva la finale contro un fortissimo atleta che in precedenza aveva finito tutti i suoi incontri tramite baseball bat choke ‘da sotto’ (detta anche ‘pegabobo’).

Cinture Blu:

Oltre a Davide Scarano, sono rimasto impressionato dalla crescita di Nicola Castellano e Nicolas Nasso (Aeterna JJ), il futuro della disciplina in Italia è certamente in buone mani (quelle di Luca Anacoreta).

Ma nelle Blu la mia attenzione è stata ‘rapita’ dal Jiu Jitsu di Guido de Gregori Torrini (Tribe JJ): solido, senza sbavatura, poliedrico, agonisticamente cattivo. Vince anche l’assoluto contro il formidabile Rabolini (Flow), ‘bestia nera’ della categoria in Italia. Le cinture blu hanno anche visto la presenza e le vittorie del lottatore di MMA Carlo Pedersoli (Flow JJ), lo avuto accanto negli spalti, un ragazzo umile come pochi.

Chapeau al Master A. Salimbene (RGC), un cyborg che lotta GI e NOGI anche negli assoluti guadagnando sempre una medaglia, con l’entusiasmo ed il sorriso di un sedicenne: Il volto sano di questa disciplina!

Cinture Viola:

Già in questa categoria il resoconto diventa più difficile, molti stranieri fortissimi. Giorgio Saliani che continua a crescere e centrare l’obiettivo, davvero ‘intenibile’ sul tatami. Roby Rick Penalosa (Aeterna JJ), bravissimo, sempre puntuale nelle gare che contano. Gabriel Cronemberger (BudoClan) autore come sempre di un bellissimo campionato con incontri avvincenti fino all’ultimo secondo, stravince la sua categoria (che includeva anche il taurino Alic Dzevad). Ottimo Valerio Pistar per il primo posto negli assoluti. Bravissimo il siciliano Rosario Cataldo (Cyclone), oro in categoria. Il plauso più grande in questa classe di cintura va al Master Giuseppe Volo (Matside JJ) che si cimenta nella due giorni e guadagna con onore, un bel gruzzolo di medaglie anche nella più importante delle gare nazionali.

Cinture Marroni:

Oltre ai sempre bravissimi R. Cassella, G. Popa, J. Madaro (oro in categoria), S. Costa, che per me sono esempi tecnici da seguire, quest’anno la scena è stata certamente rubata dal ceco Eldar ‘Yakuza’ Rafigaev, lottatore professionista di MMA e grappling. Atleta sconosciuto ai più in Italia, ha vinto con una facilità impressionante i suoi incontri, in modo netto o per finalizzazione con una padronanza ed una flemma di pochi (consiglio: cercatelo su youtube o sui suoi account social per capire…)

Cinture Nere:

Da segnalare il positivo incremento delle categoria con numerosissime presenze europee e brasiliane che hanno reso questo open un vero e proprio spettacolo anche per i non addetti ai lavori.

Uno ‘show’ rivedere Alexander ‘Batatinha’ Vasconcelos (Batatinha Team) combattere in Italia, sotto i propri occhi; nulla ha potuto il bravo Gianluca Boni (RGC) contro di Lui in finale.

Finalmente il popolo jitsero italiano – e soprattutto la frazione femminile - ha potuto vedere in gara l’arbitro Sada Kurimori, tecnicissimo e molto a suo agio nella versione ‘atleta’, finalizza il buon Fabricio Carvalho tramite omoplata in semifinale e vince la finale contro il nostrano Meneguzzo.

Menzione d’onore anche al M° Andrea Carotti, arbitro che invece ha sempre partecipato come atleta nelle stesse gare in cui arbitrava. Combatte due volte col Maestro F. Nascimento, ma è nell’ultima lotta che da il meglio di se vincendo con una kimura dalla guardia chiusa, ottenuta con un interessante set up (che ho già messo nei miei appunti). 

Parlando di Head Coach, che in primis si mettono in gioco, impossibile non citare il ritorno in gara del M° B. Serrini che vince le sua categoria e contribuisce così alla vittoria a squadre della Matside.

Sembrerò ripetitivo ma senza Luca Anacoreta non sarebbe lo stesso Italian Open; e non solo perché solo guardarlo ti da un idea di un altro mondo ma perché, dato il fattore territoriale, quando combatte Lui si ferma il palazzetto e si crea una specie di magia. I suoi incontri sono uno spettacolo – bellissimo quello contro Bruno Reale e sanciscono ulteriormente il suo dominio. La sua finale contro Kleber Silva, iniziata con una splendida proiezione (una sorta di variante di kataguruma) finisce per squalifica dell’avversario.
(NOTA: Non ho ricevuto report dettagliati su lottatrici e/o match di donne da segnalare, ma sono certo che ci sono stati incontri e prestazioni notevoli anche lì).

La classifica a squadre ha visto vincere la Matside, seguita Tribe JJ e Milanimal. Su tale risultato si rimanda all’attenta analisi fatta da Maxbjj con particolare riferimento al rapporto tra numero di partecipanti e numero di medaglie.

Note Piacevoli

In primo luogo, non è possibile non citare gli incontri dei ‘bimbi’ che facevano tenerezza al loro approcciarsi al tatami e che poi, una volta ingaggiata la lotta, stupivano tutti con movenze e transizioni degne di agonisti navigati.






















Secondariamente, una cosa che mi ha notevolmente colpito è stata la crescente diffusione del ‘terzo tempo’ rugbystico anche all’Italian Open, ovvero l’usanza dell’invitarsi per una birra e un pasto una volta cessate le ostilità agonistiche. Posso testimoniare di aver visto numerosi medagliati, scendere dal podio e dirigersi insieme ai propri avversari verso i punti ristoro per festeggiare insieme. Avevo già visto simili situazioni in eventi sporadici, ma sono certo che il tasso di terzi tempi a Firenze sia notevolmente aumentato: speriamo che l’adozione di questa sana abitudine della palla ovale diventi presto consuetudine del mondo jitsero. 






Autore del reportage è Enrico De Luise al quale va il mio più sentito ringraziamento per questo fantastico reportage.

 

6 commenti:

  1. Grazie per questo reportage e soprattutto per le statistiche, davvero interessante poter monitorare l'evoluzione dei praticanti. A mio parere il BJJ Open di Firenze è stato certamente un successo per il numero di iscritti ma sul lato organizzativo i miglioramenti sono necessari. Detto questo lo staff è stato senza dubbio molto gentile e sempre disponibile. Una nota rispetto rispetto a docce e bagni, credo che l'autore dell'articolo abbia avuto modo di usufruirne molto all'inizio della giornata perchè quando, ahimé, è stato il turno del sottoscritto la situazione era inaccettabile. Questo non dipende chiaramente dalla organizzazione ma dal rispetto della gente però con una utenza di 1400 iscritti più il pubblico bisognava a mio avviso prevedere alcuni giri di pulizia. Fatto davvero inaccettabile e ho letto un post recente che già segnalava la cosa: i risultati non sono reperibili, non si hanno ancora dati completi a quasi un mese e mezzo dalla chiusura della competizione. In ultimo Firenze è una città molto afosa in estate ma si comprendere come i costi organizzaztivi siano minori che a Roma, quindi sarebbe meglio magari ripensare il periodo e anticipare di un mese la gara, affinchè si tenga a inizio maggio perchè nonostante tutto faceva comunque decisamente caldo. all'interno della struttura.

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    1. Sono d'accordo con "anonimo" in tutto. Pnesa re di non dare i risultati mi pare assurdo, dopo l'Open di Torino o quello di Milano in 48 ore si hanno tutte le classifiche

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  2. Non mi vorrei sbagliare ma quelli del milano challenge non escon, mi pare, dal 2014..

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  3. Allora mi sono sbagliato; il fatto che quelli del Milano challenge abbiano smesso di rendere noti i risultati però non giuastifica l'organizzazione di Firenze. Emtrambe le orgasnizzazioni colpevolmente peccano su questo aspetto

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  4. Assolutamente; se avrai voglia di approfondire il discorso classifiche ti accorgerai che è un andazzo diffuso. Spesso non escono. Quello che posso percepire da partecipante/pagante da un comportamento del genere è "la gara l hai fatta, i soldi li abbiam presi: ciao e grazie". Peccato; credo che compilare non sia cosi' complicato e si chiuderebbe il cerchio con la pace di tutti.

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    1. Questa è la mia stessa sensazione anche perchè sti risultati li devono avere se poi fanno la classifica a squadre per assegnare podi etc. Direi che sia una cosa dovuta. A oggi solamente grazie all'articolo pubblicato qui sappiamo quali siano le prime 3 società classificate, nulla più

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