giovedì 12 dicembre 2013

Il Jiu-Jitsu come "terapia"

Chad Robichaux
Chad Robichaux ha 38 anni è una cintura nera secondo grado di Jiu-Jitsu Brasiliano e un MMA fighter. Pochi sanno che Chad soffre di una malattia la PTSD Post-Traumatic Stress Disorder risultato di 8 missioni in Afghanistan come Marines.

Oggi oltre ad essere un docente di Jiu-Jitsu e un fighter di MMA è anche il Direttore della Might Oaks Warrior Training Division della Roever Foundation che si occupa di aiutare  i veterani di guerra affetti da questa malattia.

In un'intervista apparsa su Fightland a firma Aurora Ford Chad Robichaux parla di se e della sua esperienza.

Chad dopo l'11 settembre ha trascorso ben 8 missioni in Afghanistan. Al suo ritorno a casa gli è stata diagnostocata la PTSD, sindrome da stress post-traumatico. Tre anni alle prese con questa malattia senza sapere come curarla :"L'unica cosa che mi facesse stare bene era lottare. Mi sentivo al sicuro - dice Chad - quando facevo jiu-jitsu non riuscivo a pensare ad altro, o all'Afghanistan, perché ero così concentrato e se pensavo a qualcos'altro, sai,avrei potuto essere strangolato.

Ma come qualsiasi buona medicina c'è il rischio di andare in sovradosaggio e io lo feci. Passavo 10 12 ore al gioro in palestra. Non riuscivo a bilanciare le cose della mia vita.


Ho iniziato poi a mettere lo stesso impegno e  disciplina che avevo messo per avere successo nel Jiu-Jitsu e nella carriera militare  nella mia vita personale. Sono stato in grado di restituire equilibrio alla mia vita e ho capito che potevo usare la mia esperienza  per aiutare altre persone.

Ho iniziato così ad usare i miei match per promuovere e sostenere la causa di altri veterani che stavano attraversando quello che avevo vissuto. Questo è quando abbiamo iniziato la fondazione. Ora sono in grado di utilizzare tale piattaforma per ispirare le persone e dar loro una speranza.

La cosa peggiore della PTSD sono gli attacchi di panico. Mi sono sempre sentito come se fossi una persona molto forte, sono stato in grado di lavorare bene anche sotto un enorme quantità di stress, e poi all'improvviso,dal giorno alla notte, quasi non potevo più fare niente anche le cose più semplici, ero terrorizzato dalla paura. Allora non ho potuto ottenere l'aiuto di cui avevo bisogno. l'unica cosa che mi ha fatto sentire a mio agio era fare jiu-jitsu e grappling così abbiamo aperto questa scuola ed è stato un successo".

Anche chi è tornato dalle missioni in teatri operativi ferito nel corpo, come Tyler Anderson, può trovare nel jiu-jitsu un modo per superare l'handicap e allo stesso tempo trarre dalla sua pratica tanta forza per andare avanti.

Che anche il sergente Tyler trovi grande forza nel del jiu jitsu ci dimostra, ancora una volta, come questa disciplina sia una delle migliori terapie e non solo per curare reduci.

Il giovane  sergente, sul tatami dell'accademia potrà così usare il 90% del bagaglio tecnico del jiu jitsu senza l'ausilio di nessuna protesi meccanica e questo è un ottimo motivo per ridare a lui, e tanti reduci nelle sue condizioni, fiducia e coraggio di vivere.


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