lunedì 1 giugno 2020

La violenza


E' inverno, è il mese di dicembre del 1994, un lottatore  giapponese di pro-wrestling Yoji Anjo, in cerca di fortuna atterra negli Stati Uniti accompagnato da alcuni giornalisti del suo paese: è venuto in California per sfidare personalmente Rickson Gracie.

Il combattimento si svolse a porte chiuse e solo al termine Rickson fece entrare la stampa. Quello che videro i giornalisti giapponesi fu il volto sanguinate e tumefatto di Yoji, Rickson invece non mostrava un graffio e fu chiaro a tutti quale fosse stato l'esito del combattimento. Il video della lotta non è mai stato reso di dominio pubblico dalla famiglia Gracie. In quell'occasione Rickson disse: ""se combattiamo per i soldi smetto di picchiarti quando lo chiedi, se è una lotta per l'onore, smetterò di picchiarti solo quando voglio".

La Violenza è quando una persona fa qualcosa contro il volere di un'altra persona... la violenza avviene quando un soggetto priva l'altro della libertà. Queste sono le argomentazioni spesso usate per giustificare il fatto che gli sport da combattimento non sarebbero violenti. Si dice: se due persone si picchiano seguendo delle regole e sono consenzienti non c'è violenza in quello che fanno. 

La parola VIOLENZA però non ha una definizione univoca. Nel vocabolaro della Treccani la violenza è definita anche come atto o comportamento che faccia uso della forza fisica per recare danno ad altri nella persona.

Negli sport da combattimento si fa uso della forza fisica  per recare danno ad altri nella persona, ne consegue che la violenza fa parte degli sport da combattimento e questo indipendentemente dal fatto che ci siano delle regole e che i due soggetti coinvolti siano consenzienti. Non si può negare che un fighter usi i suoi colpi o le sue sottomissioni per recare danno al suo avversario e che lo faccia per imporre la sua volontà.

Per quale motivo chi fa sport da combattimento non accetta che per definire quello che fa si possa usare la parola violenza? La parola VIOLENZA è un TABOO!  Un pugno è meno violento se è sferrato su un ring o dentro una gabbia da persone consensienti? Un pugno non violento è una contraddizione in termini, un ossimoro. 

Un incontro di sport da combattimento  è violenza, regolamentata, ma pur sempre violenza. Ritengo che sia solo una grande ipocrisia negare che ci sia violenza negli sport da combattimento  come se ammettere che si tratta di sport violenti in qualche modo li squalifichi. 

Colpire l' avversario è quello che un fighter deve fare, e al di là di ogni giustificazione quel gesto resta, nella sua intima essenza violento anche se è stato tirato senza odio, con tecnica e anche se dopo i due fighters si abbracciano. 



La violenza è violenza, quello che cambia è il contesto, non serve negare la violenza per nobilitare gli sport da combattimento semmai è proprio prendere coscienza della natura violenta di certi sport per cercare di regolamentarli il più possibile, per la salvaguardia gli atleti e per tenere lontano dagli sport da combattimento gli eccessi che accompagnano le manifestazioni di violenza in altri contesti e che spesso fanno la loro comparsa anche nello sport.

Il Jiu Jitsu sportivo, come tutti gli stili di grappling, non prevede colpi ma è anch'esso violento e se un lottatore si rifiuta di battere lo fa a suo rischio e pericolo; ma nel jiu jitsu, nel grappling e negli sport di lotta con sottomissioni la violenza può essere dosata, ed è in questo che risiede la sua unicità: sono discipline di combattimento che ti permettono di dosare l'intensità della violenza che esprimi.

Se mi sono avvicinato alle arti marziali prima e agli sport da combattimento poi è stata la necessità di sapermi difendere dalla violenza altrui, ma ho sempre avuto ben chiara la contraddizione che per contrastare la violenza occorre ricorrere alla violenza. E' per questo che aver scoperto il jiu jitsu brasiliano è stato un buon compromesso tra la necessità di difendermi dalla violenza e quella di usare meno violenza possibile.

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