mercoledì 29 novembre 2017

Non appena la faccenda si fa reale gli "stili" si dissolvono


In diverse arti marziali si enfatizzano molto alcuni schemi motori ciclici belli a vedersi, fluidi, coreografici con e senza armi. Mi vengono in mente il tapi tapi, il chi sao, il trapping. Il problema è che investire del tempo nel diventare abili in simili esercizi non ha un transfer nel combattimento reale per due motivi: 


➡️ Nel combattimento l'aggiunta dell'ingrediente paura (paura di essere colpiti da un pugno chiusi in una sottomissione o raggiunti da una coltellata) getta nella spazzatura tutti quei magnifici movimenti eseguiti nei drills.

C'è chi afferma che questi drills sviluppano attributi quali il timing, la coordinazione, eccetera, c'è chi ritiene invece siano inutili quando si fanno prolissi ed estremamente complessi, perché abituerebbero il sistema neuromuscolare a reagire a determinati movimenti che non corrispondono agli schemi motori di un aggressore non collaborativo.

Nel Bjj, ad esempio, ci sono drills ma questi sono semplici e poi si applicano in un contesto non collaborativo. Non si hanno esercizi per la coordinazione o il timing che poi non possono essere translati in un discorso reale di combattimento. 

➡️ Il secondo problema e che questi drills si sviluppano nella media distanza, distanza nella quale si prendono i colpi. Nessun pugile sano di mente resterebbe in questa distanza oltre il tempo nececesario a sferrare la sua combinazione. Una volta andato a segno, o chiude la distanza o la rompe. Scambiare colpi alla "media" permette di sviluppare coreografie incredibili solo con chi accetta di stare in quella distanza e di usare gli stessi schemi motori. 

In questo video si vedono due praticanti di due stili di kung fu affrontarsi in un combattimento da strada. Si nota molto chiaramente che non appena la faccenda si fa reale gli "stili" si dissolvono. Appena i colpi arrivano le guardie e le tecniche peculiari di ogni stile lasciano il campo a sganazzoni della serie: 'n do cojo cojo, e la fase di scambio alla media distanza ben presto lascia lo spazio al clinch.

Una volta chiusa la distanza i due cinesi si abbracciano in maniera scomposta. Ha la meglio quello tra i due che ha saputo proiettare l'avversario e una volta a terra ha  colpito da una posizione di dominio.

Per l'ennesima volta la realtà ci dimostra che la lotta risulta decisiva nel combattimento.

 

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