venerdì 18 ottobre 2013

UFC e ipocrisia



"Cosa vuol dire sangue di arena?". Questa è una "chiave di ricerca" che ha condotto un internauta confuso nel mio blog. La domanda, nella sua sconclusionatezza, mi ha fatto ragionare e, frutto delle mie elucubrazioni, è  questo post.

L'arena (la gabbia) e come un essere vivente parassita che vive del sangue dei suoi ospiti (fighers) e quando uno di questi ospiti non offre, come tributo, il suo sangue o quello del suo avversario viene espulso perché non serve a sostenere il leviatano. Dite che come immagine metaforica è troppo ardita?

UFC 134: Toquinho decide che ha vinto e salta sulla rete. L'arbitro lo richiama e il match riprende. Facciamo un passo indietro. Toquinho mette  al tappetto l'avversario con una tibiata, poi gli da un pugno al mento, Miller si copre ma non reagisce.Toquinho continua a colpire:8 colpi in rapida successione ma poi si interrompe. Decide che il suo avversario ne ha abbastanza, alza le mani in segno di vittoria e salta sulla gabbia.

Questo gesto lo trovo rivoluzionario, un messaggio involontario, ma chiaro, per chi sa leggere tra le righe o tra le maglie della gabbia. E' un messaggio rivolto ai fan, all'organizzazione e agli arbitri: quando è che un atleta si deve considerare vittorioso? Fin dove si deve spingere un atleta perché venga riconosciuta la sua superiorità?

Può un arbitro, condizionato dallo show, prendersi la responsabilità per i danni causati dagli eccessivi colpi che un atleta riceve in quella fase in cui è  stordito da un colpo e cerca di recuperare coprendosi come meglio crede. Quanta violenza è richiesta per assicurarsi la vittoria, quanti colpi devono sballottare il cervello dentro il cranio perché il combattimento sia ufficialmente considerato finito?

I più esperti e assidui fan delle MMA mi potrebbero ricordare che ci sono stati casi di atleti che sono riusciti a ribaltare verdetti che sembravano darli sconfitti infiammando così  le platee, ma questi casi rari non dovrebbero giustificare la calma che gli arbitri si prendono per "dire": the fight is over. Innazi tutto l'incolumità degli atleti!

Oggi l'UFC cerca di rifarsi, con i mass media, una verginità che non ha mai avuto sacrificando un atleta che pratica un modo di combattere che non piace, la lotta di sottomissione, e prende come pretesto il suo non lasciare le finalizzazioni quando l'arbitro dà lo stop.

Con le accuse di poca sportività e rispetto per l'avversario che si è preso Toquinho, l'UFC prende due piccioni con una fave  e, nel fare questo, non fa i conti col vero problema delle MMA oggi: i rischi seri di danni cerebrali causati dai KO, vero spettacolo su cui l'UFC conta per fare cassa.

La verità è che L'UFC è uno show televisivo sponsorizzato da una marca di birra venduto via PPV  attorno al quale c'è un bel giro di scommesse. Lo spettacolo prevede  una gabbia di metallo, dei fighter che si prendono a cazzotti  e per questo ricevono degli assegni e l'applauso di persone ubriache, come dice Sonnen. Un altra verità è che via submission, dentro una gabbia, non è mai morto nessuno ma lo stesso non si può dire per i colpi alla testa responsabili di danni cerebrali.

In 20 anni, dal 1993 ad oggi, nelle MMA si sono registrati 9 decessi di questi 6 dovuti a danni cerebrali sopravvenuti dopo dei KO. Uno studio del 2006 suggerisce che il rischio di lesioni nelle MMA è paragonabile a quella nel pugilato che conta 923 morti durante il periodo di 118 anni di 1890-2007.

Le MMA hanno bisogno di maggiore regolamentazione sopratutto per quanto riguarda il G&P su avversario in difficoltà, così come sanzionare finalizzatori che non mollano la presa, ma senza ricorrere a sensazionalistiche campagne o crociate contro il singolo atleta. 

In conclusione, se l'UFC voleva radiare Toquinho lo avrebbe potuto fare quando lo ha trovato positivo agli esami antidoping, il cui uso rappresenta l'antisportività per eccellenza, ma forse così avrebbe dovuto privarsi della maggioranza dei suoi atleti.
 
note.

Questa è la lista dei fighters morti dopo o durante un incontro di MMA.

Sam Vasquez knockout (USA),
Michael Kirkham knockout (USA),
Tyrone Mimms arresto cardiaco (USA),
Alfredo Castro Herrera knockout (mexico), 
Douglas Dedge knockout (Russia),
Lee arresto cardiaco (Sud Corea),
Mike Mittelmeier knockout (Bolivia),
Dustin Jenson knockout (USA) ,
Felix Pablo Elochukwu arresto cardiaco (USA).

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