martedì 29 ottobre 2013

Il fairplay nelle MMA

Dello SlamFC 5  a suo tempo non mi sono occupato perché reputavo che non fosse il caso di commentare un evento nel quale si era verificato un episodio che con lo sport non aveva nulla a che fare. In seguito alle dichiarazioni di pochi giorni fa del suo organizzatore, che affermava che la colpa di quegli errori  fu  degli arbitri federali FIGMMA, mi sono sentito chiamato in causa  è ho deciso di dedicare alla vicenda un post.

Facciamo un passo indietro. Nel mese di maggio di quest'anno a Firenze si è svolto l'evento di MMA Slam FC 5, Competizione di MMA (Mixed Martial Arts), maschile organizzata dalla ASD DOGEATDOG di Firenze in collaborazione con la FIGMMA.

Lo SlamFC poteva essere ricordato come un evento di MMA tra i più riusciti per vari motivi: L’Obihall di Firenze era gremito di tifosi, per tutti gli appassionati di MMA c'era  la possibilità di seguire l'evento via streaming e la card ha offerto ottimi incontri, otto dei quali finiti prima del limite.

Purtroppo il co-main event tra David Rettori e Jaouad El Byari si è trasformato in una rissa finendo sui banchi della procura federale che ha dato diverse squalifiche ai protagonisti della brutta vicenda. (Tutti i dettagli della sentenza. Link).




"Gli arbitri della federazione non si sono dimostrati all’altezza di gestire match professionistici".Queste le parole dell'organizzatore a proposito dei disordine avvenuti all'interno della scorsa edizione di SlamFC 5.Questo può essere anche vero, infatti la procura sportiva ha sanzionato l'arbitro di quel match, (che ricordiamo all'epoca era un suo allievo), però se il promoter avesse voluto degli arbitri all'altezza dell'evento avrebbe potuto informarsi e convocare chi, tra gli arbitri federali, aveva maturato una esperienza in ambito MMA. Se non lo ha fatto può sempre aggiungere alla sua collezione di citazioni colte quella di Spinoza: "Ignorantia non est argumentum". 
 
Nella presentazione della sua sesta edizione dello SlamFC il promoter rilascia altre affermazioni: "Predicare all’eccesso fair-play e sportività significa solo creare una menomazione dell’anima del combattere, significa nascondere la realtà del combattere dietro un illusoria volgarizzazione della sua essenza. La sola verità invece è che l’unica cosa che conta è vincere, negli sport da combattimento questa verità assume valori ancora più forti e socialmente problematici quindi si tende a nasconderla paurosamente ottenendo un risultato meno critico e più controllabile ma allo stesso tempo meno profondo e meno artistico: questa è solo una castrazione estetica".
 
Io sono uno di quei "predicatori" e trovo che alle MMA manchi ancora fair play e sportività, due attributi necessari per nobilitare questa disciplina senza bisogno di ricorrere a poetici voli pindarici. Le MMA non hanno bisogno di una "filosofia" che individui nella violenza il detonatore in grado di far esplodere una miscela composta da sport e spettacolo. Il Fair Play di Machida, dimostrato nell'ultimo UFC, può essere responsabile di una menomazione del suo animo di combattente? Io dico di no!

In una recente video intervista sempre il promoter ha detto che nelle sue card cerca di abbinare gli atleti in modo che oltre l'aspetto agonistico ci sia qualcosa di più: l'interesse particolare a battere il proprio avversario, in altre parole creare tra i due atleti un clima di sfida personale e aggiunge:"Per creare qualcosa che vada oltre il singolo aspetto sportivo, poi ci sono delle situazioni che sono andate oltre il controllo e oltre le mie capacità di controllo, ma al di là di ciò sono state comunque delle parti di spettacolo".

Questa è una mentalità provinciale da scontro tra rioni o  tra tifoserie calcistiche. E' l'antitesi del professionismo dove protagoniste sono le performance atletiche e non le faide personali tra gli atleti. E' la prima volta che si sentono affermazioni del genere espresse all'interno degli sport da combattimento. Non ci stupiamo poi se l'UFC snobbi l'Italia per il suo prossimo tour europeo preferendo, ad esempio, la Turchia. Evidentemente trova che quel paese sarà in grado di offrire maggiori garanzie sotto tutti i punti di vista.

In Italia molti tra quelli che organizzano eventi non lo fanno con una mentalità da impresario. Organizzano  nella propria città, per promuovere  il proprio team, la propria organizzazione e per offrire una vetrina ai propri atleti davanti al proprio pubblico, in buona parte composto da parenti e amici. Una festa paesana! Se a questo si aggiunge la prassi piuttosto comune degli organizzatori che allo stesso tempo non rinunciano a ricoprire anche i ruoli di atleta, agent, coach, angolo, arbitro, security (c'è chi riesce a fare tutto questo nella stessa serata) siamo in presenza di  un grosso limite allo sviluppo delle MMA.
Concludo dicendo che ricercare un senso estetico nella violenza, nobilitandola con citazioni filosofico poetiche, promettere uno spettacolo "profondo, colto, pericoloso, vivo e vero", scomodare Dante[1], citare Nietzsche, etc., non trasformerà una serata di incontri di MMA in un happening di arte contemporanea. Se lo spettacolo offrirà una gabbia di metallo [possibilmente chiusa], dei fighter che si prendono a cazzotti [non a testate], come dice Sonnen, sarà già un ottimo risultato.

Note
[1]"Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e canoscenza" . Se c'è un poeta così distante dall'esaltazione della violenza questo è proprio Dante. In Dante la violenza in tutte le sue manifestazioni è sinonimo di rovina morale dell'anima umana perché ne deforma lo spirito e ne corrompe il carattere.

Appendice
Dopo aver letto un commento di un utente su Fb mi sono reso conto che non tutti sanno cosa è successo allo SLAMFC 5 e anche il titolo che avevo dato al post non aiutava a capire. Ho deciso di aggiungere un introduzione per spiegare per sommi capi la vicenda e, nell'accogliere il suggerimento del lettore, ho deciso di cambiare  il titolo da: "gli arbitri della FIGMMA non si sono dimostrati all’altezza di gestire match professionistici?" a  "Il fairplay nelle MMA".

1 commento:

  1. Bel articolo.
    Concordo in pieno.
    C'è un problema di mentalità,che secondo me impoverisce il mondo delle MMA,ma anche della lotta.

    All'ultima competizione una nostra atleta ha battuto una ragazza che aveva già finalizzato in una precedente competizione.
    L'ha ritrovata in lacrime nello spogliatoio,e preoccupata,gli ha chiesto se gli avesse fatto male durante l'incontro.
    la risposta è stata negativa.....piangeva perchè il suo allenatore l'ha presa da parte e l'aveva cazziata pesantemente perchè aveva perso ancora.

    Non amo questo tipo di agonismo.

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