Ho ascoltatato recentemente un'intervista di qualche anno fa di un istruttore che dice di aver abbandonato la sua accademia perché non era più motivato dal momento che in allenamento batteva regolarmente il suo maestro e i suoi compagni.
Il compito di ogni allievo di Brazilian Jiu Jitsu che vuole fare dell'agonismo è sconfiggere gli avversari in gara non il maestro o i suoi compagni di allenamento. Questo concetto è ben assimilato in altri sport da combattimento come il pugilato, ad esempio, dove il maestro solitamente non fa sparring con i suoi allievi; il suo compito è prepararli affinchè vincano avversari appartenenti ad altre società. Nel pugilato ognuno fa quello che sa fare e deve fare: gli agonisti si allenano con i loro compagni non competono con loro, e i maestri li allenano affinche siano preparati per salire sul ring.
Avete mai sentito un pugile dire che ha cambiato team dopo aver messo KO il suo maestro? No, e il solo pensiero farebbe ridere. Allora perché nel BJJ si devono sentire questi discorsi?
Forse la risposta la possiamo trovare nella contraddizione presente nel Jiu Jitsu Brasiliano, che vede contrapposte le sue due anime: lo sport da combattimento e l' arte marziale. Questa contraddizione fa sorgere fraintendimenti e confusione di ruoli. L'istruttore è sia maestro, nell'accezione marziale, quindi in teoria depositario della verità ultima e imbattibile, sia coach, come negli sport da combattimento, con il timer in mano, a bordo ring che da istruzioni e organizza l'allenamento. Una sorta di giano bifronte in perenne ricerca di una sua identità. Prendere coscienza di questa contraddizione da parte degli istruttori e degli allievi è già un primo passo per non cadere in questa trappola.
Nel BJJ il "maestro", finché l'età lo consente, fa sparring con i suoi allievi ma allo stesso tempo è il loro coach. Tra questi e il maestro non ci deve essere agonismo, lo sparring o RANDORI deve avere un ruolo di crescita.
Nel BJJ il "maestro", finché l'età lo consente, fa sparring con i suoi allievi ma allo stesso tempo è il loro coach. Tra questi e il maestro non ci deve essere agonismo, lo sparring o RANDORI deve avere un ruolo di crescita.
analisi lucida,paragone con il pugilato calzante.
RispondiEliminaNulla da eccepire.
grazie
EliminaL'unica differenza è che nel BJJ esiste il fenomeno inspiegabile degli istruttori con cintura blu o viola spesso con età più bassa della media di quella degli allievi!
RispondiEliminal'età e il colore della cinture conta relativamente quello che contano sono le competenze. Il problema ben noto sono i corsi tenuti da persone, indipendentemente dal colore della cintura ed età, che mancano di tecnica e didattica.
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